lunedì 2 dicembre 2013

1Tess 3,12


«Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti» (1 Tess 3,12).


In tutto il Vangelo, sentiamo spesso l’esortazione alla vigilanza. Nella liturgia di Avvento, per la preparazione a Natale, per la venuta del Signore, ancora di più sentiamo questo consiglio alla vigilanza. Perché senza la vigilanza, è impossibile ad amare secondo il Vangelo, secondo l’esempio di Gesù, senza il motivo di tornaconto nascosto!

Questo invito ci fa vedere che esiste una verità profonda nella nostra vita: è la verità di Dio che si dona e fa da fondamento alla nostra esistenza, trasformandoci dal di dentro. È necessario quindi essere vigilanti per non sprecare le occasioni. Si dice che il cristiano è uomo e donna di speranza: vigilanza e preghiera sono due atteggiamenti di speranza, così da essere discepoli di Gesù, vigilanti e impegnati nel vivere il suo Comandamento Nuovo.

Attenzione è il primo nome dell'Avvento, perché la coscienza viene facilmente sedotta e la spiritualità annacquata, con il risultato di una mediocrità imperante, fatta di abitudine, di lamentela e di abbandono di progetti significativi. Il Vangelo ci suggerisce di vegliare pregando. Pregare è fare il pieno di ossigeno, è volare alto, è evitare il soffocamento della banalità. A chi pone tutto nella mani di Dio, Egli dona la forza di stare sveglio, cioè di vedere e vivere la realtà con occhi ben aperti: Ogni momento, perché ogni istante è gravido di futuro; nessun momento è neutro.

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Un’Esperienza di Vita:

La malattia di papà condizionava il clima familiare, creando fra tutti una forte tensione.

Chiedevo a Dio la guarigione completa di papà così da tornare ad essere la famiglia di sempre. ma la situazione non cambiava, anzi sembrava peggiorasse. Non vedere esaudite le mie preghiere, pian piano mi ha allontanato da Dio.

Un vicino di casa, sapendo della mia situazione, ha iniziato ad invitarmi con il suo gruppo di amici. Mi trovavo bene con loro, il modo di stare insieme mi dava pace. Quando ho raccontato che non credevo più in Dio perché non ascoltava le mie preghiere, loro mi hanno ascoltato in un grande silenzio. Poi mi hanno proposto, se ero contento, di chiedere, insieme a Gesù il bene che Lui desiderava per la mia famiglia. Sono tornato a casa con una pace nuova in me.

Prima di entrare, ancora un piccolo dubbio, ma, appena aperta la porta, ho trovato papà ad accogliermi con un grande sorriso. Ho capito che dovevo chiedere a Dio l'amore per iniziare ad amare io per primo, quanti mi erano accanto.

R.U.

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Come Maria ha avuto un ruolo fondamentale per la prima venuta di Gesù Cristo, così sarà anche per la seconda venuta di Gesù Cristo!

Un libro profetico proprio per i nostri tempi è Trattato della Vera Devozione”, di S. Luigi di Montfort. Hanno trovato questo tesoro 130 anni dopo la morte del santo; ben presto era tradotto in tante lingue.

“Il Montfort scrive, nel suo Trattato della vera devozione: "NELLA SECONDA VENUTA DI GESÙ CRISTO, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei" (#49).”

“Continua il Montfort: "IN QUESTI ULTIMI TEMPI, DIO VUOLE DUNQUE RIVELARE E MANIFESTARE MARIA, capolavoro delle sue mani, perché è l'aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo. Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso. (TVD 50).”

“Dice sempre il Montfort: "MARIA È IL MEZZO SICURO E LA STRADA DIRITTA E IMMACOLATA PER ANDARE A GESÙ Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita, cioè Gesù Cristo, via, verità e vita. ORA NON SI PUÒ TROVARE MARIA SENZA CERCARLA, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità". (50 - #5)”

“Dice il Montfort: “Soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo, che andranno crescendo tutti i giorni fino al regno dell'Anticristo, deve riferirsi LA PRIMA E CELEBRE PROFEZIA E MALEDIZIONE PRONUNCIATA DA DIO NEL PARADISO TERRESTRE CONTRO IL SERPENTE. È bene spiegarla qui, a gloria della Vergine santissima, a conforto dei suoi figli e a confusione del diavolo: `Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno' (Gen.3,15).”

Per leggere un po’ di ciò che Don Stefano Gobbi, il fondatore del Movimento Mariano Sacerdotale, ha scritto in merito, visitate: “Funerale Stefano Gobbi”; http://cibo-spir.blogspot.com/2011/07/funerale-stefano-gobbi.html .


La scoperta del « Trattato della Vera Devozione » di Karol Wojtila

La lettura di questo libro ha significato, nella mia vita, una svolta decisiva. Ho detto una svolta in quanto si riferisce ad un lungo cammino interiore che ha coinciso con la mia preparazione clandestina al sacerdozio. Fu allora che capitò tra le mie mani questo singolare trattato, uno di quei libri che non è sufficiente « averlo letto ». Mi ricordo di averlo portato per molto tempo con me, anche nella fabbrica di soda, tanto che la sua bella copertina fu danneggiata dalla calce. Io ritornavo incessantemente e di volta in volta su certi passaggi. Mi sono accorto ben presto che, al di là della forma barocca del libro, si trattava di qualche cosa fondamentale.

Come conseguenza, la devozione della mia infanzia e anche della mia adolescenza nei riguardi della Madre di Cristo ha dato luogo ad un nuovo atteggiamento, una devozione proveniente dal più profondo della mia fede, come se provenisse dallo stesso cuore della realtà trinitaria e cristologica. Quando temevo che la mia devozione mariana potesse oscurare Cristo, tanto da cederle il passo, compresi, alla luce del trattato di Grignion de Monfort che realmente era tutt'altra cosa. La nostra relazione con la Madre di Dio deriva, organicamente, dal nostro legame con il mistero del Cristo. Non è quindi questione che l'uno ci impedisca di vedere l'altro. (...) Si può proprio dire che a colui che si sforza di conoscerla e amarla, lo stesso Cristo indica sua Madre come fece, sul Calvario, al suo discepolo Giovanni.

André Frossard, dialogo con Giovanni Paolo II


Per vedere e scaricare tutto il libro (PDF), “Trattato della Vera Devozione a Maria”, visitate:

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