mercoledì 3 novembre 2010

Matteo 5,8

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio! (Mt 5,8)
http://www.focolare.org/articolopdv_prova.php?codart=7883

Sappiamo che le Beatitudini non sono una presentazione in negativo del cristianesimo. L'immagine che ci sta sotto è quella di un re che nel suo programma inserisce un'attenzione particolare alle categorie più deboli, in quanto oggetto di predilezione.

Le beatitudini non sono quindi virtù morali ma doni di una prospettiva nuova.

Chi sono allora i puri di cuore? Sono le persone semplici, senza pieghe nascoste, che sanno vedere Dio nella vita e nei fenomeni della natura, come un sole che brilla sotto ogni cosa e dietro ogni fatto dell'esistenza. Sono coloro che non fanno della malizia e del sospetto l'unico criterio per giudicare il prossimo, ma vivono la frase di Gesù: "Se il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce" (Mt 6,22).

A noi il compito di purificare lo sguardo, e la vita sarà subito, ora, beata. I santi sono i primi nostri modelli.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Frequento la scuola di cinematografia. Anche oggi il professore ci sta bombardando di immagini di nudo pseudo-artistico. Dice che lo fa per prepararci al lavoro che dovremo affrontare in futuro. Alla fine della lezione, vado da lui: "Vorrei dirle che disapprovo lo studio costante di queste immagini per acquisire la nostra tecnica professionale". La risposta è secca: "Signorina, lei ha qualcosa di non risolto, ma non sono io che posso psicanalizzarla".

Non mi intimorisce, lo ascolto e resto fissa nella realtà che ho in cuore: "Beati di puri di cuore, perché vedranno Dio ". Parliamo a lungo e lui abbandona, man mano che va avanti il colloquio, il suo tono cattedratico. "Se tu sapessi quante volte ho pianto perché dovevo fare qualcosa che andava contro i miei principi! - mi confida alla fine. Ma la vita mi ha insegnato a sopportare tutto, e anche tu lo farai!".

Inaspettatamente il giorno seguente il professore mi invita ad esprimere il mio pensiero alla classe riguardo alle scene di sesso. Guardo i miei compagni: so che la maggior parte di loro ha le idee molto confuse e sento che è il momento di trasmettere, con amore, le mie certezze sul rispetto degli altri e sulla vita. Il professore mi appoggia e dichiara di condividere le mie riflessioni.

Dopo qualche giorno, le mie compagne vengono a dirmi che sono d'accordo con me, ma che non hanno mai avuto prima il coraggio di esprimersi liberamente. Colgono l'occasione per parlarmi anche delle loro difficoltà e dei loro sentimenti. Mi chiedono consigli. Faccio il vuoto dentro di me per accogliere ciascuna. Le ascolto fino infondo e loro trovano da sole le risposte di cui hanno bisogno riscoprendo valori che non sapevano di avere nel cuore. Nasce con tutti una libertà e una confidenza inimmaginabili solo qualche giorno prima. Gesù è entrato nella Scuola di cinematografia e si fa strada nell'animo dei miei compagni. Solo Lui è la medicina che può curare dal di dentro la confusione e le malattie della nostra società. (Sonia A. - Argentina)