lunedì 4 ottobre 2010

Matteo 22,39

Amerai il prossimo tuo come tè stesso (Mt 22,39).
http://www.focolare.org/articolopdv.php?codart=7770

Gesù, in un dibattito serrato con i teologi del suo tempo, riassume nell'amare Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente e nell'amare il prossimo come se stessi, il più grande e il primo dei comandamenti. Che semplificazione! L'uomo trova in questo duplice amore la sua unità, il senso della vita, lo stile di fondo che da valore d'eternità ad ogni piccola azione.

Ma, se l'amore è nel nostro DNA e quindi tutti possiamo amare, e anche vero che bisogna imparare ad amare. Imparare l'arte di amare è il compito più importante ed entusiasmante della vita. Iniziamo ad allenarci mettendo in pratica quel "come tè stesso". San Francesco di Sales diceva così: "Mettetevi sempre al posto del vostro prossimo e mettete il prossimo al vostro posto, così giudicherete bene. Comprando, immaginate di essere chi vende e vendendo d'essere chi compra: così comprerete e venderete equamente".

Visitate anche: “La Speranza del Mondo” (http://evang-fondam.blogspot.com/2010/01/la-speranza-del-mondo.html).

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Un’Esperienza di Vita:

Tornavo dal “Gen Camp” in autobus. Volevo fare una visita ai miei parenti e, non conoscendo molto la zona, ho chiesto qualche informazione al passeggero che era accanto a me. Lui sgarbatamente mi ha dato dell’ignorante ed io mi sono adirato. Dopo questo incidente sono rimasto in silenzio, guardando fuori dal finestrino. Ad un certo punto mi sono ricordato di quello che ci eravamo proposti durante il Camp: essere uomini nuovi che costruiscono un mondo nuovo. Dovevo cambiare e ricominciare da capo con questo prossimo del momento presente. Ho preso coraggio e gli ho chiesto scusa. Anche lui, meravigliato del mio atteggiamento, si è scusato con me e dopo un po’ mi ha chiesto chi fossi. “Sono un cristiano”, gli ho risposto. E lui: “Adesso capisco il perché del tuo atteggiamento, noi musulmani non siamo abituati a chiedere scusa; sono contento di aver conosciuto una persona cristiana”. Da quel momento il rapporto è cambiato totalmente. Anche lui era diretto alla mia stessa città. Quando siamo arrivati, mi ha chiesto dove dovevo andare e con mia sorpresa mi ha accompagnato in “Tonga” (un tipo di calesse tirato dai cavalli), pagandomi persino il biglietto. Quando ci siamo congedati, mi ha abbracciato e mi ha detto che era felice di aver conosciuto un fratello cristiano. Questa esperienza di dialogo mi ha lasciato in cuore la certezza che anche io, insieme alle persone della Trinità e a tanti fratelli e sorelle, posso costruire il mondo unito.

Shakeel, Pakistan