martedì 1 novembre 2011

Matteo 25,13

“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Mt 25,13)
(http://www.focolare.org/it/news/2011/10/31/novembre-2011/)

Il momento che attendiamo è quello della seconda venuta di Gesù: "La risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà", come diciamo nel Credo.

Per ciascuno, l'ingresso in questa nuova dimensione è la fine del cammino su questa terra: l'ora della sua morte, o meglio, come dicevano i primi cristiani, l'ora della sua nascita. La nostra vita attuale è un'esistenza che finirà, una strada che ad un certo punto si interrompe. Se noi non teniamo conto di questo, se viviamo come se durasse sempre, la nostra vita è falsa, non autentica, non veramente umana.

Facciamo allora una prova: per capire bene questo atteggiamento su cui tanto insiste Gesù, cerchiamo di vivere un giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita. Non è del tutto una finzione, soprattutto perché, dato che quel momento ci sarà, poco importa se avverrà oggi o fra cinquant'anni. Se facciamo questo, avviene in noi un cambiamento: molte cose perdono valore, molte altre ne acquistano, e soprattutto ci troveremo sempre più liberi da tante possibili illusioni e vivremo più pienamente.

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Un’Esperienza di Vita:

Un giorno, un signore ha chiesto al chirurgo presso il quale lavoro i risultati degli esami fatti a suo padre. L'esito è terribile: tumore maligno; si tenterà un intervento, ma probabilmente non ci sarà più niente da fare. Il signore impallidisce; sua madre e sua sorella l'attendono fuori. Come dare loro la notizia? Come preparare il padre? È davvero disperato. Sento in me tutta la sua sofferenza e vorrei poter fare qualcosa. Mi avvicino e gli chiedo: "Crede in Dio?". Alza la testa e mi guarda stupito: "Si, in un certo senso io credo". Il chirurgo è già uscito e mi chiama. Lo seguo. Qualche minuto dopo, mentre ripasso in sala d'attesa, vedo ancor quel signore fermo lì, pensoso, la testa fra le mani. Ho in borsetta un foglio con la spiegazione di una frase del Vangelo: glielo do. Un po’ sorpreso comincia a leggere: "Vegliate, perché non sapete né il giorno né l'ora..." Cerco di spiegare un po’: "In questa sofferenza è proprio Lui, Dio, che viene a visitarla, con tutto il suo amore..." Mi ascolta attentamente e sembra calmarsi, e ritrovare un po’ di serenità. Prima di andarsene, si gira improvvisamente verso di me: "Sarei felice che lei fosse presente all'operazione. La sua presenza ci darà coraggio". La mattina dell'operazione ci sono; prego Gesù di essere soltanto, per quanto ne sono capace, uno strumento del suo amore.

(Italia)

P.s. Forse troverete interessante il libro “Il Padrone del Mondo” da Mons. Hugh Benson (1871-1914) che era il figlio del arcivescovo di Canterbury, ma si è convertito al Cattolicesimo. Nonostante che il libro era pubblicato 100 anni fa, offre una predizione immaginativa del fine del mondo con tanti descrizioni profetiche che vediamo oggi. Papa Benedetto XVI, come Cardinale Ratzinger prima della sua elezione al papato, ha riferito al libro in modo positivo in qualche discorso suo. Si può download il libro a: http://doc.studenti.it/scheda-libro/generale/padrone-mondo-hugh-benson.html.