lunedì 3 dicembre 2012

Giovanni 1,12


A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).

Si trova questo versetto nella liturgia di natale, quando meditiamo sulla venuta di Dio sulla terra.

Nella liturgia di natale le letture mettono in evidenza che Dio stesso si dischiude, Lui stesso si dà a noi, penetrando nelle nostre vite, Lui stesso fa scaturire la fonte del nostro futuro dal terreno della nostra vita.

Perché Egli si è unito a noi, è divenuto radicalmente il Dio-con-noi e il Dio-per-noi, è cominciato ormai definitivamente il suo regno. Il sole non illumina più da oltre l’orizzonte solo alcune poche stelle che danno testimonianza di lui, ma supera la linea dell’orizzonte, sorge, vuole che sia giorno pieno.

Allora cosa succede per me, per te, per ogni uomo?

Possiamo camminare e vivere nella luce di Dio, nella luce presente ed eterna di Dio. “Viene nel mondo la luce vera!”: con queste parole Gesù intende dirci che Dio ha radicalmente mutato la propria posizione nei confronti della nostra vita, che irrompe in questa nostra vita, che con Lui il futuro trapassa in un presente durevole, che nessun timore e nessuna insicurezza potranno più mettere in forse.

La fonte del futuro ci si fa presente, Dio sorge e dalla periferia viene al centro della nostra vita.

Però per potere “diventare figli di Dio” dobbiamo fare la nostra parte. Si legge nei due versetti prima di questo versetto:
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.” (Gv 1,10-11).

Relativismo, secondo Papa Benedetto XVI, “è la difficoltà più profonda dei nostri tempi.” (http://popebenedictxviblog.blogspot.it/2005_05_01_archive.html).

Nella sua omelia alla Messa prima del conclave che l’ha presto eletto Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Ratzinger ha detto:
Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. SI VA COSTITUENDO UNA DITTATURA DEL RELATIVISMO che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.” (http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html).

Credo che ci sono tantissime persone che sono nell´illusione di essere a posto con la propria coscienza, o secondo la logica del mondo, o secondo il pensiero comune ("fanno tutti così"!), o secondo il criterio del diavolo, MA NON SECONDO IL CRITERIO DI DIO, cioè secondo LA VERITA´! Questo è l´inganno fondamentale di Satana dall´inizio dell´umanità e per sempre (Gen 3,4-5)! Noi esseri umani siamo veramente abili e bravi nell'ingannarci, VOLUTAMENTE, e poi ce ne dimentichiamo così facilmente! Questa è la grande trappola di oggi per innumerevoli anime. Poche persone oggi si confessano. Quando moriremo, Gesù ci chiederà se abbiamo cercato la verità da Dio nella sua rivelazione nelle Sacre Scritture interpretata dalla sua Chiesa, o abbiamo deciso e determinato noi, da soli (piccoli dei!), la verità. L’altro giorno un uomo che non va mai alla Messa mi ha detto al suo negozio: “Io sono apposto”! E io ho chiesto lui: “Secondo chi?” Per lui, totalmente immerso nel relativismo, c’è soltanto un “chi”: lui stesso; Dio, la Bibbia, la Chiesa non c’entrano in nessun modo nel suo convinzione: “Io sono apposto”! MA QUANDO LUI MUORE, CHI SARÀ CHE DECIDE SE LUI È APPOSTO O NO?

In questo periodo di natale passiamo più tempo con Lui che ci ama più di tutti, con Gesù bambino, davanti al tabernacolo, per lasciare quel Bambino parlare ai nostri cuori, per lasciare le sue grazie penetrare lentamente e far morbido i nostri cuori per poter fidarci a Lui e la Sua santa volontà anche se dobbiamo cambiare vita e soffrire con Gesù sulla croce. Questo Bambino ci vuole molto più bene che noi vogliamo bene a noi stessi se ci fidiamo a Lui invece alla nostra intelligenza e la nostra sapienza umana. Chiediamo aiuto dalla Mamma di questo Bambino che ci porta docilmente con tanta amore al suo bambino, e ci aiuta a diventare come il suo Figlio. In questo modo possiamo veramente “diventare figli di Dio”!

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Il 28 novembre scorso mi trovavo ad Abidjan con mio marito, che aveva bisogno di controlli medici, mentre i nostri figli erano rimasti a Man. E proprio quella notte quella città è stata presa dai ribelli. Appena l’abbiamo saputo, abbiamo telefonato ai ragazzi bloccati lì (funzionava ancora il telefono), raccomandando loro di essere molto prudenti e di attenersi ai suggerimenti che avremmo via via dato. Quella stessa notte però quattro ribelli si introducevano in casa nostra. Dopo aver derubato i nostri figli dei pochi soldi che avevano e del loro cellulare, volevano arruolare a forza il nostro Jean-Louis che ha un fisico da atleta. Invano i fratelli supplicavano di lasciarlo stare.

D’un tratto, inspiegabilmente, il capo dei ribelli ha rinunciato al suo proposito, e nel momento di lasciare la casa ha sussurrato all’orecchio della nostra figlia maggiore: “Andate via di qua al più presto: per questa volta lasciano stare vostro fratello, ma ritorneranno domani”. Poi indicò il sentiero da prendere.

Sarebbe stata una trappola? Dio solo sapeva. Comunque i ragazzi sono partiti appena fatto giorno. Con pochi soldi in tasca, hanno percorso a piedi 45 chilometri prima di arrivare ad una cittadina da cui continuare il viaggio a bordo di un camion. Ma il prezzo del trasporto, data la situazione, era triplicato. Uno sconosciuto però li ha fatti salire pagando per tutti e, nonostante le insistenze dei ragazzi non ha voluto lasciare l’indirizzo perché in seguito noi potessimo rimborsarlo.

Arrivati a Duokoué, i nostri figli hanno trovato alloggio da una famiglia anch’essa sconosciuta. Sono stati rifocillati, fatti lavare e accompagnati alla stazione per proseguire in pullman fino a Abidjan.

Al loro arrivo ad Abidjan, io e mio marito abbiamo pianto nel vedere in quali condizioni erano ridotti i nostri ragazzi; ma più forte per loro era stata l’esperienza dell’amore di Dio. L’indomani li abbiamo accompagnati a Dabou, presso un loro zio. Jean-Louis come prima cosa ha domandato dove si trovava una chiesa. “Sai, papà - gli ha confidato -, il tuo Dio è veramente forte!”. Proprio lui che, pur battezzato, ma non avendo ancora radici salde nella fede, era arrivato a dubitare della sua stessa esistenza.

Christine, Costa d’Avorio

venerdì 2 novembre 2012

Giovanni 14,23


«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).



L'osservanza della Parola, come risposta all'Amore, determina la presenza di Gesù in coloro che lo amano e in lui confidano.

E in questa realtà vissuta, Gesù si accosta alla gente e la gente riscopre la gioia dell'incontro con lui.

La Parola va sì conosciuta, annunciata, ma - perché parola di Dio che ha l'odore della terra e il sapore del cielo - va prima di tutto e soprattutto accolta, amata e vissuta. Allora darà il suoi frutti!

Per questo i credenti non hanno alcun motivo di inquietudine e turbamento. I nostri dolori, le impreviste disgrazie, le assurde malattie ci possono ricordare il grido di Gesù: "Dio mio, perché mi hai abbandonato?".

Proviamo, dunque, a riconoscere Gesù in tutte le angustie, le strettoie della vita, in tutte le oscurità, le tragedie personali e altrui, le sofferenze dell'umanità che ci circonda. Sono lui, perché egli le ha fatte sue. Basterà dirgli con fede: "Sei tu, Signore, l'unico mio bene", basterà fare qualcosa di concreto per alleviare le "sue" sofferenze nei poveri e negli infelici, per andare al di là della porta, e trovare al di là una gioia mai provata, una nuova pienezza di vita” (Chiara Lubich).

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Siamo un gruppo di ragazzi di una piccola città del nord Italia, e da un po' di tempo abbiamo deciso di impegnarci insieme a vivere il comandamento nuovo di Gesù, cioè amarci a vicenda come Lui ci ha amato, per costruire fra di noi un pezzetto di mondo unito. Così, ogni due settimane, ci ritroviamo a casa mia per passare un po' di tempo assieme e per raccontarci come ognuno di noi ha cercato in quei giorni di amare e di vivere le parole del Vangelo.

Il comunicarci le esperienze è molto importante per noi: ci aiuta, infatti, a rafforzare l'unità tra di noi e a superare qualche momento difficile. Cercando di mettere in pratica le parole del Vangelo, scopriamo quanto è bello amare chiunque ci passa accanto: la persona anziana a cui cedi il posto in pullman; l'immigrato che incontri al semaforo; il compagno di scuola che non riesce a risolvere un problema o sta passando un momento difficile; l'amico che ti sembra troppo prepotente; i fratelli e le sorelle con cui dividi la camera; e, sembra strano, ma anche i professori che ti stanno antipatici.

Certo per queste esperienze non verremo citati nei libri di storia. Però la gioia dell'unità che si crea fra di noi e che vogliamo portare a tanti altri ragazzi, ricambia 100 volte tutta la fatica che a volte possiamo incontrare nel costruirla.

Mirco, Alex, Mario e Vincenzo

lunedì 1 ottobre 2012

Luca 5,5

-->
«Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5).

La folla si era radunata attorno a Gesù per ascoltare la sua parola. I discepoli sono sulla barca da dove il Maestro parla; dopo una notte di fatica inutile sperimentano, nell’obbedienza alla sua Parola, l’abbondanza dei frutti. La stanchezza e lo stupore di Pietro e dei suoi compagni per quell’invito tanto inatteso, lasciano il posto alla fiducia e all’abbandono in Gesù, che da quel momento in poi li farà diventare pescatori di uomini, chiamati cioè a continuare la sua missione.

A questo passaggio Gesù chiama ogni credente, proprio quando la fede è messa alla prova in mille modi. Seguirlo significa decisione, impegno, perseveranza, mentre in questo mondo tutto sembra invitare al rilassamento, alla mediocrità, al ‘lasciar perdere’. Il compito appare troppo grande, impossibile da raggiungersi o fallito in anticipo. Ma, come per Pietro, è proprio la sterilità, il peccato stesso riconosciuto e confessato a Gesù, che diventa il luogo non del fallimento ma della chiamata.

Sulla tua parola, Signore... mi rimetto a continuare quel compito lasciato a metà, mi sforzo di ristabilire quel rapporto interrotto, mi ributto ad aiutare... Occorre aver fiducia nella sua Parola, senza mai dubitare su ciò che Egli ci chiede. Anzi, basare ogni momento della nostra vita sulla sua Parola.

Fonderemo così la nostra esistenza su ciò che vi è di più solido, sicuro e contempleremo nello stupore che proprio là, dove ogni risorsa umana viene meno, Egli interviene e che là, dove è umanamente impossibile, raccoglieremo frutti di vita.

Alberto P.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Erano trascorsi alcuni mesi dal giorno in cui avevo affrontato piena di speranza il nuovo lavoro in Belgio tra fiamminghi. Ma ora un senso di sgomento e di solitudine mi attanagliava l’anima. Sembrava che tra me e le ragazze con cui lavoravo e vivevo si fosse eretta una montagna insormontabile. Mi sentivo isolata, straniera tra quella gente che avrei voluto soltanto servire con amore. Tutto dipendeva dal dover parlare una lingua che non era né mia, né di chi ascoltava. Mi avevano detto che in Belgio parlavano il francese e io l’avevo imparato, ma a contatto diretto con quel popolo mi ero accorta che i fiamminghi studiano il francese soltanto a scuola e in genere lo parlano malvolentieri. Tante volte avevo cercato di spostare quel muro di emarginazione che mi teneva lontana dalle altre, ma invano. Che potevo fare per loro?

Vedevo ancora davanti a me il volto della mia compagna Godeliéve, pieno di tristezza. Quella sera si era ritirata nella sua stanza senza toccare cibo. Io avevo tentato di seguirla, ma mi ero arrestata davanti alla porta della sua camera, timida e titubante. Avrei voluto bussare... ma quali parole usare per farsi intendere? Ero rimasta lì per qualche secondo, poi mi ero arresa ancora una volta.

La mattina dopo entrai in chiesa e mi misi in fondo, con il viso tra le mani per non far scorgere le lacrime. Era quello l’unico posto dove non occorreva parlare un’altra lingua e neppure era necessario spiegarsi. Abbassai gli occhi sul Vangelo di quel giorno e trovai: “Abbiate fede, io ho vinto il mondo”. Queste parole scesero come olio nell’anima e provai una grande pace. Rientrando per la colazione, notai che la prima a scendere dalle stanze fu Godeliève, che cercava un caffé in fretta, per non vedere nessuno. Ma lì si arrestò; forse la mia pace aveva toccato il suo animo in modo più forte di qualunque parola.

Quella sera, sulla strada di ritorno verso casa, Godeliève mi raggiunse con la bicicletta e sforzandosi di parlare in modo a me comprensibile, mi sussurrò: “Non sono necessarie le tue parole; oggi la tua vita mi ha detto: ama anche tu!”. La montagna si era spostata.

Lella



- - - - - - -

In questa Parola di Vita si legge:
Dopo una notte infruttuosa, Pietro, esperto nella pesca, avrebbe potuto sorridere e rifiutarsi di accettare l’invito di Gesù a gettare le reti di giorno, momento meno propizio. Invece, passando oltre il suo ragionamento, si fidò di Gesù.”

Quanti “Cattolici” hanno “sorriso e hanno rifiutato” l’enciclico di Papa Paolo XI, Humanae Vitae e non hanno “passato oltre il loro ragionamento per fidarsi di Gesù”, e adesso vediamo adempiersi le profezie di questo enciclico nella distruzione delle cellule fondamentali della nostra società, la famiglia?

PAPA PAOLO VI CI HA PROFETIZZATO DEI “GRAVI CONSEGUENZE DEI METODI DI REGOLAZIONE ARTIFICIALE DELLA NATALITÀ” NEL SUO ENCICLICO: HUMANAE VITAE:
Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi della fondatezza della dottrina della chiesa in questo campo, se vorranno riflettere alle conseguenze dei metodi di regolazione artificiale delle nascite. Considerino, prima di tutto, quale via larga e facile aprirebbero così alla infedeltà coniugale ed all’abbassamento generale della moralità. Non ci vuole molta esperienza per conoscere la debolezza umana e per comprendere che gli uomini - i giovani specialmente, così vulnerabili su questo punto - hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata.” (Humanae Vitae, no. 17; http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae_it.html).

QUANDO TANTI PAESI SI SONO TROVATI CON PIÙ BENESSERE DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE, e anche con la scoperta della “pillola” (1960), tantissimi cattolici (e non-cattolici) aspettavano per la Chiesa, guidata dalla “PIETRA” (Mt 16,18), di aggiornarsi secondo la mentalità del mondo. Così quando Papa Paolo VI ha scritto il suo enciclico fondamentale e profetico, “HUMANAE VITAE” (1968), c’era una reazione incredibile negativa non soltanto dalla parte dei laici ma anche dalla parte di cosiddetti “teologi”, tanti preti e vescovi, perfino alcune conferenze episcopali intere si sono opposte contro il Papa (e.g., i vescovi canadesi, “Dichiarazione di Winnipeg”)! Non possiamo immaginare che tenebre porta alla terra questo egoismo radicale nel cuore della cellula fondamentale della società, LA FAMIGLIA! E poi ci domandiamo perché il mondo va male e l’economia sta crollando!?! Per la prima volta mai nella storia del mondo, ci sono più nonni che bambini che lavorano per pagare la pensione dei nonni!

ERA PERFINO CONTRO LA LEGGE CIVILE IN TANTI PAESI 60 ANNI FA DI VENDERE O COMPRARE L’ANTICONCEZIONALI proprio perché hanno capito 60 anni fa in una cultura di vita quanto male fa queste cose al rapporto matrimoniale e perciò alla famiglia. 60 anni fa in un ambiente più sano si capiva che ognuno doveva fare i piccoli sacrifici per il bene comune. Oggi non c’è quasi nessuna preoccupazione per il bene comune se non che per i motivi egoistici di ognuno. Questa perdita di altruismo al bene comune spiega bene ciò che stiamo vedendo oggi. La decomposizione della nostra società, il meltdown (crollo) della civilizzazione orientale, è legato a questo!

QUANDO LA CHIESA ANGLICANA HA APPROVATO ALL’INIZIO L’USO DI ANTICONCEZIONI NEL 1930, ERA SOLTANTO PER MOTIVI GRAVI e esclusivamente per sposati che sono stati generosi alla vita. Comunque, offrendo una apertura per anticoncezione, la frase qualificante “per motivi gravi” era ignorata quasi subito. L’uso successivamente dell’anticoncezione era visto come un comportamento virtuoso, e perfino l’olocausto silenzioso dell’aborto è diventato una scelta etica e privata del controllo delle nascite. I bambini non-nati, non-voluti non hanno più una protezione legale; sono strappati in pezzi dopo essere ammazzati brutalmente. Che belle parole! “La libertà della scelta” della donna (“Pro-Choice”)! Questo è la “libertà” di uccidere per le nostre convenienze e le nostre comodità?!? Questo è un esempio fondamentale come gli uomini moderni e egoistici hanno staccato la libertà dalla verità come Papa Giovanni Paolo II ha indicato nel “Evangelium Vitae”. I BAMBINI NON SCELGONO DI MORIRE!

APPENA CHE NON SI VEDE LA VITA COME UN DONO PREZIOSO MA SOLTANTO COME MERCE DI CONVENIENZA, LA NOSTRA SOCIETÀ SI AFFONDERÀ NEL CAOS DELL’INFERNO NELLA CULTURA DELLA MORTE!

- - -

Quanti vescovi e sacerdoti hanno “sorriso e hanno rifiutato” di obbedire l’Istruzione sulla Maniera della Distribuzione della Santa Comunione, MEMORIALE DOMINI?

QUANDO MANCANO LA FEDE E L’UMILTÀ DAVANTI AL SANTISSIMO SACRAMENTO LE GRAZIE RICEVUTE PERSONALMENTE E PER TUTTA LA CHIESA E PER TUTTO IL MONDO SONO MOLTO DIMINUITE! La nostra bomba nucleare spirituale per poter sostenere il mondo in questa “lotta cosmica” (Giovanni Paulo II) è ridotta ad un fuoco artificiale, o peggio, un castigo! Quando i cattolici scivolano in questo difetto sottile che sembra a tanti insignificante, tutto il mondo soffre più che possiamo immaginare. Perfino i satanisti credono nell’Eucaristia; cercano di acquistare le Ostie consacrate per profanarle alle loro messe nere; nelle basiliche principali di Roma e in tante altre chiese, c’è una guardia accanto al sacerdote che distribuisce la Santa Comunione per fare sicuro che le persone mettono il Corpo di Cristo nella loro bocca e non Lo tolgono dalla loro bocca.

I vescovi e i sacerdoti che non hanno obbedito il Papa vivente dovranno rispondere per tutte le anime sotto la loro guida al momento della morte. Uno spaglio sottile di un pilota del aeroplano può causare la morte di tanti; un passeggero che cambia il suo posto all’altro parte dell’aeroplano non fa niente. Il 29 maggio 1969 la Congregazione per il Culto Divino pubblicò l’istruzione MEMORIALE DOMINI, contenente la legislazione sull’argomento che è ancora in vigore e che si potrebbe sintetizzare in questa maniera: la proibizione della Comunione sulla mano rimane vigente in modo universale e si esortano vivamente i vescovi, sacerdoti e fedeli che si sottomettano diligentemente a questa legge nuovamente ribadita. Tuttavia, DOVE SI FOSSE RADICATO QUESTO USO INTRODOTTO IN MANIERA ILLECITA, si prevede la possibilità di concessione a quei settori che NON SONO DISPOSTI A UBBIDIRE A QUESTA ESORTAZIONE. (http://www.rinascimentosacro.com/2008/11/itinerario-verso-il-fatto-compiuto.html).

- - -

I figli dei genitori che non hanno obbedito la Santa Madre Chiesa hanno portato ancora più avanti questa logica di tornaconto e egoismo nascosto e la mancanza di rispetto e umiltà davanti a Dio infinito nell’Eucaristia fra tanti che frequentano la chiesa.

Visitate: “Una Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello” (http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).


domenica 2 settembre 2012

Giovanni 4,13-14


Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 13-14).


Quanta sete si soffre oggi, e tutti corrono ad abbeverarsi di nuovo, non ancora convinti di aver sbagliato sorgente!

C’è la Sorgente che disseta? Si, è Gesù.

Oggi l’attivismo ci svuota, ci spinge ad una corsa talmente affannosa da smarrire la direzione, e si sprecano infinite energie nel rincorrere obbiettivi assai provvisori.

Solo saziando quella sete che ti fa sentire amato dal Padre, da Lui valorizzato ed accettato pienamente, deponendo nelle sue mani ogni preoccupazione, cercando da Gesù le Parole-Luce che assegnano ad ogni dimensione della vita il giusto valore, scopri che non hai più bisogno di correre perché sei già arrivato, sei in Lui, nella pienezza della vita e ti muovi alla sua presenza.

Vorrai permetterti di amarti? Di trovare uno spazio degno per la tua vita interiore, per la preghiera e la meditazione, per dire grazie, per chiedere perdono, per riconoscere il tuo limite e la tua grandezza? Diventeresti una persona con cui si sta molto volentieri, come vicino alla sorgente! …e vicino alle sorgenti sono sorte intere città!

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Dopo i primi anni di matrimonio, ci siamo trasferiti in una casa più adeguata alle nostre esigenze. Quest’abitazione è dotata di un ampio garage. Spesso, ci siamo chiesti cosa fare di quest’ambiente, rimasto per anni inutilizzato.

Come coppia di Sposati missionari della Comunità di Villaregia, abbiamo voluto dare alla nostra vita di famiglia il colore dell’apertura missionaria. Il lavoro di Tino ci permette di avere qualche pomeriggio libero che utilizziamo per ritirare indumenti e medicinali nei vari centri di raccolta per la missione, esistenti nella nostra zona.

Quattro anni fa, c’è venuta un’idea: perché non mettere a disposizione il garage per lo smistamento dei medicinali? Questa intuizione ha accresciuto la vitalità della famiglia. Ogni martedì, circa cinquanta persone si radunano in casa nostra per selezionare i farmaci da spedire tramite i container. Dal primo pomeriggio fino a tarda sera è un continuo via vai di adulti e di giovani, che offrono il loro servizio ai fratelli poveri. Lo scorso anno, grazie alla generosità di tanti medici e farmacisti e all’impegno costante di questo gruppo di amici, siamo riusciti a preparare trentadue casse di medicinali, per un valore di circa tre milioni di euro.

Anche i nostri quattro figli, nonostante i loro impegni di studio, aderiscono all’iniziativa, felici di far spazio, fra le pareti domestiche, a fratelli vicini e lontani.

Tino e Marta, Tombelle (VE)

venerdì 3 agosto 2012

Matteo 10,32-33


“Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32-33).

Quando scrive, Matteo si rivolge a cristiani che già conoscono opposizioni e persecuzione. È l’invito a testimoniare senza paure il Regno di Dio, il Vangelo che abbiamo scoperto e ricevuto come «il tesoro».

Ma il coraggio, l’ardimento di fronte alle più impreviste difficoltà non ce lo possiamo dare da noi: viene dal nostro Padre che conosce il numero dei nostri capelli e ci segue e custodisce come figli prediletti. La nostra «sicurezza», serenità e pace perché ci fidiamo credendo alla Parola di Gesù, sarà allora sempre la più eloquente testimonianza. Poi, al momento opportuno potrà seguire la parola, ma servirà nella misura in cui sarà frutto del nostro essere abbandonati all’Amore.

Tanti cristiani oggi hanno bevuto la bugia di Satana che Satana e l’inferno non esistano perché Dio è amore. Perfino tanti vescovi e parroci non credono che il diavolo esiste (http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/intervista%20a%20padre%20amorth.htm) e preferiscono di dire alle persone nelle loro diocesi nelle loro parrocchie ciò credono che le persone vogliono sentire! Satana si veste come un angelo di luce (2Cor 11,14) e perciò non ci dice tutta la verità che Dio, Che è Amore vero, rispetta la nostra dignità creati nell’immagine di Dio (Gen 1,26-27) e perciò rispetta la nostra scelta, il nostro libero arbitrio. Se una persona tutta la vita non cerca la Verità (“V” maiuscolo) fuori della sua testa ma fabbrica la verità (“v” minuscolo) comoda nella loro testa, Dio alla sua morte, confermerà questa scelta e quella persona sarà separata dalla Verità, Che è Dio, per tutta l’eternità. I santi ci spiegano che questa separazione definitiva della creatura dal Creatore è più doloroso che tutte le altre pene nell’inferno messe insieme. Qui sulla terra, se crediamo o no, quelli di buona volontà e quelli non di buona volontà sono circondati dall’amore di Dio. Alla morte, Dio, per amore, confermerà la nostra scelta per tutta l’eternità!

Perfino Papa Giovanni Paolo II doveva insistere con fermezza ai vescovi negli Stati Uniti (LA, 1987) di “riconoscere davanti agli uomini” la Verità (Gesù) e combattere contro un tipo di Cattolicesimo come un buffet con ampia varietà di scelte: “Talvolta è stato detto che un gran numero di cattolici, oggi, non aderisce agli insegnamenti della Chiesa su un gran numero di questioni, soprattutto riguardanti la morale sessuale e coniugale, il divorzio e le nuove nozze. Di alcuni è stato detto che non accettano la chiara posizione della Chiesa riguardo all’aborto. Si è notato inoltre che vi è una tendenza, da parte di alcuni cattolici, ad essere selettivi nella loro adesione agli insegnamenti morali della Chiesa. Alcuni sostengono che il dissenso dal magistero è del tutto compatibile con l’essere “buoni cattolici” e non costituisce un ostacolo alla ricezione dei sacramenti. Questo è un grave errore che rappresenta una sfida all’ufficio magisteriale dei vescovi degli Stati Uniti, e dei vescovi di altri Paesi. Desidero incoraggiarvi nell’amore di Cristo ad affrontare coraggiosamente nel vostro ministero pastorale questa situazione, affidandovi alla forza della verità divina per guadagnare il consenso, e alla grazia dello Spirito Santo che è donata sia a coloro che proclamano il messaggio sia a coloro ai quali esso è indirizzato.” (http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1987/september/documents/hf_jp-ii_spe_19870916_vescovi-stati-uniti_it.html).

Quando San Giovanni Battista ha detto a Erode “Non è lecito” di tenere la moglie del tuo fratello, ha perso la testa (Mt 14,1-12). Quanti cristiani sono pronti di perdere la teste per “riconoscere” la Verità, Gesù, “davanti agli uomini”? Quanti persone oggi non vogliono sentire le parole “non è lecito” attraverso l’esempio i cristiani autentici, e vogliono togliere i veri cristiani dalla piazza pubblica o mettere le loro teste “su un vassoio” come hanno fatto a San Giovanni Battista, per non sentire più “non è lecito”?

La nostra buona testimonianza e la preghiera è più importante oggi che mai nella storia del mondo. Quando pochi persone pregano, quelli nella schiera di Satana vanno avanti. La tecnica di plagiarci la testa e condurci in una direzione che non vogliamo andare, senza farci accorgere, è molto avanzata oggi, avendo preso controllo dei motori della cultura: la mass media, le scuole e quasi tutte le istituzioni religiosi. I veri cristiani oggi si sentono molto al loro disaggio di riconoscere la Verità, Che è Gesù, davanti agli uomini nella piazza pubblica. Oggi sesso libero è considerato una buona cosa; la castità è considerato una cosa molto strana. “Guai a colo che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Is 5,20).

Se volete avere un piccolo assaggio di come le forze del male stanno incarnandosi oggi nel mondo, visitate: “Catholic Prophecy Today” (http://markbeast.blogspot.com) (tradurre con Google). In particolare per capire come ci stando plagiando in un modo molto distruttivo e subdolo, e anche la loro strategia bene studiata di togliere i veri cristiani dalla piazza pubblica e di farli sentire come ipocriti, leggete la parte: “37. The Astounding Impact of the Ruthless Manipulation of Militant Gay Activists!”.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

C’era un grande silenzio in classe mentre la professoressa di filosofia spiegava. Il suo discorso non faceva una piega: logico, convincente, appassionante. Eppure dentro una voce sottile mi spingeva a stare in guardia, per difendere la verità. Quel modo di ragionare infatti era molto pericoloso. Seguendo il pensiero di quel filosofo di cui si stava parlando, saremmo giunti a delle conclusioni assai sballate.

Si diceva che l’uomo può essere felice soltanto se vive da solo, se ha da bere e da mangiare a sufficienza, se ha una casa in cui riposare. Si arrivava ad affermare addirittura che la sua vita viene dal caso e che l’anima è mortale, destinata a finire con il corpo.

Finita la spiegazione la professoressa chiese che cosa ne pensavamo. Alcuni miei compagni dissero di essere d’accordo con il pensiero che lei aveva esposto. Io invece ero di un parere ben diverso. Superando il timore di trovarmi da sola contro tutta la classe, ho alzato la mano chiedendo la parola, sicura che lo Spirito Santo mi avrebbe suggerito cosa dire. Ho incominciato spiegando che la vita di ogni uomo è un bene prezioso che viene da Dio e non dal caso e che ci realizziamo non tanto estraniandoci dal mondo e pensando egoisticamente a noi stessi, ma se amiamo e viviamo per gli altri.

Come è possibile dire che Dio non esiste? Basta osservare l’equilibrio e l’armonia della natura per essere certi della sua presenza. Basta pensare all’uomo, alla sua grandezza, alle capacità che ha per capire che la sua vita viene da Dio e che è destinato a ritornare verso di Lui.

Le parole continuavano ad uscirmi con grande sicurezza, mentre la classe mi seguiva con molta attenzione. Mi rendevo conto che in quel momento ero come uno strumento che Dio stava usando per illuminare i miei compagni. Alla fine del mio intervento tutti hanno cominciato a darmi ragione. Avevano capito che non era giusto aderire al pensiero di quel filosofo.

All’uscita della scuola, la professoressa di filosofia mi si è avvicinata e mi ha sussurrato: «Sai, è stato molto bello quello che hai detto! Mi è servito moltissimo e anche i tuoi compagni ora la pensano come te!».

Era la prima volta che decidevo di dire apertamente le mie idee e Dio si è messo dalla mia parte.

Anna Rosaria, Roma




- - - - - - -

Don Jo

Ps.
Sta diventando velocemente, nel mondo di oggi, molto difficile di riconoscere Gesù, la Verità! Quanti cristiani sono pronti di perdere i loro titoli, prestigi e il loro lavoro, e entrare in povertà per non negare Gesù, per non negare la Verità e per non fare un peccato grave, mortale, che uccide l’anima?!?

La riforma sanitaria di Obama? Un attacco alla libertà religiosa”
Radio Vaticana rilancia le critiche espresse sul Wall Street Journal dell’ex ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon,
«Una flagrante violazione della libertà religiosa». Con questo titolo la Radio Vaticana rilancia oggi un articolo pubblicato sul Wall Street Journal dall’ex ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon, che attacca la riforma sanitaria voluta dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Secondo l’attuale presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, «se il testo non verrà cambiato, esso farà decadere la libertà religiosa dal suo posto preminente tra le libertà più amate da tutto il Paese».
La professoressa Glendon fa riferimento in particolare ad una norma di legge che renderebbe obbligatorio, anche per gli organismi cattolici, il pagamento di eventuali spese per contraccettivi, aborti e sterilizzazioni dei propri dipendenti. «L’obiettivo principale di tale norma - denuncia - non è tutelare la salute delle donne; si tratta, piuttosto, del tentativo di coscrivere le organizzazioni religiose nell’agenda politica». …(http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/stati-uniti-united-states-estados-unidos-15344/).

I medici nell’Inghilterra che si rifiutano di fare un intervento di cambiamento di sesso o di offrire anticoncezione alle donne non sposate possono essere banditi di esercitare la loro professione di medico. (http://winteryknight.wordpress.com/2012/05/24/uk-doctors-who-refuse-to-perform-sex-changes-can-be-banned-from-practicing/; http://www.telegraph.co.uk/health/healthnews/9284065/Doctors-could-be-banned-from-practising-for-refusing-to-give-unmarried-women-contraceptives.html).


Fra meno di un mese, spero di aggiornare un articolo più in dettaglio di queste cose in italiano al sito: “Una Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello” (http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).



lunedì 2 luglio 2012

Matteo 13,12


«A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha» (Mt 13,12)

Questo brano del Vangelo di Matteo fa parte della parabola del seminatore. Il seme è la Parola. Questa non è semplicemente qualcosa di aggiunto all'uomo, qualcosa di cui l'uomo possa fare a meno. Terreno (la creatura umana) e il seme (la parola) infatti sono stati creati l'uno per l'altro. Non ha senso pensare al seme senza una relazione con il terreno. E quest'ultimo senza il seme è un deserto inabitabile. L'uomo così come lo conosciamo se taglia ogni relazione con la parola diviene steppa arida. La Parola è proprio per il terreno. Essa incontra e incrocia le aspirazioni dell'uomo, i suoi problemi, i suoi peccati, le sue nostalgie di salvezza, le sue realizzazioni nel campo personale e sociale.

E chi è questa Parola? È Gesù, la parola che ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Nella parola di Gesù è presente Gesù stesso che parla, che ci parla. E così noi nella parola lo incontriamo. E accogliendo la parola nel nostro cuore, come Egli vuole che sia accolta (cioè essendo pronti a tradurla in vita), siamo uno con Lui ed Egli nasce e cresce in noi e così "siamo". Ma per questo occorre vivere la Parola, farla nostra; annullare noi per lei; metterla in cima ai nostri pensieri, ai nostri affetti. E con la Parola fiorisce la comunità cristiana.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Le parole del Vangelo continuano a interrogarci, soprattutto quel "dare".

Allora per rendere più immediato ed efficace l'aiuto concreto abbiamo ideato un sito in internet. L'abbiamo chiamato "fagotto elettronico". Lì compare un elenco delle offerte: vestiario, attrezzi, case da affittare, lezioni da dare, possibilità per fare vacanze… e un elenco delle necessità. Questo semplice strumento si è rivelato molto utile, abbiamo potuto aiutare molte persone.

Ad esempio, una signora abbandonata dal marito, con due figli, lavoro non pagato bene, salute malferma, avrebbe bisogno di una macchina per andare a lavorare.

Una famiglia viene a sapere questa cosa tramite il "fagotto elettronico" e offre la sua macchina a un prezzo molto conveniente. Altre famiglie offrono un contributo per comprare la macchina che nel frattempo era stata revisionata. Nel giro di pochi giorni si consegna l'automezzo facendo una festa. Commozione e gratitudine. Attualmente anche quella signora offre un contributo per chi si trova in difficoltà.

J. T., Ungheria

sabato 2 giugno 2012

Giovanni 6,27

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà» (Gv 6,27).
(http://www.focolare.org/it/news/2012/06/01/giugno-2012/)

La festa del Corpo del Signore corre un rischio; che Gesù oggi offertoci come pane, sia ammirato, contemplato, adorato per le strade e per le piazze, ma poi rimanga chiuso negli ostensori e nei tabernacoli.

Ma Gesù dice: prendete e mangiate! Come vivere allora concretamente il dono dell'Eucaristia?

Dobbiamo prendere e mangiare. Cioè trasformarci in Gesù, essere Lui. Vivere non per sé stessi, ma perché Gesù possa essere, vivere e agire tra i cristiani.

I cristiani poi, tra di loro, se vogliono essere totalitari, devono comportarsi come membri di un solo corpo. Ma non basta. Durante la giornata questa comunione deve farsi concreta nei rapporti sociali in una comunione spirituale, di azioni, di beni.

Questo per i cristiani. Ma per chi non comunica al sacramento del corpo di Cristo? Dobbiamo essere noi con il nostro corpo comunione per loro: amando diamo Gesù.

Anzi, lasciandoci "mangiare" dagli altri, ci facciamo eucaristia per loro. Lasciarsi mangiare vuoI dire essere persone che non impongono se stesse, ma si fanno uno con tutti, che soffrono con chi soffre, godono con chi gode, partecipano alla vita, ai problemi, alle lotte, alle gioie degli altri.
In una continua donazione di amore essi si fanno ponte tra Gesù e l'umanità che così sarà raggiunta dall'invito di Gesù: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo!".

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Sul lavoro una cosa che mi ha sempre amareggiato molto è vedere che, se c'era un rimprovero da fare, veniva fatto davanti a tutti; addirittura è successo che una collega era stata rimproverata nel reparto.

Ho sempre chiesto a Gesù che ci fosse il momento giusto per fare qualcosa riguardo a questo. Qualche tempo fa è stata fatta un'assemblea sindacale e alla fine del suo discorso la sindacalista ha chiesto se c'erano domande e problemi da esporre. Era il momento opportuno per intervenire. Così ho chiesto la parola e ho esposto il mio punto di vista, dicendo che avevo assistito a rimproveri fatti a colleghe in pubblico e con parole offensive e trovavo che non fosse giusto: se una collega lavorava male o aveva sbagliato, era dovere della responsabile farglielo notare, ma la cosa doveva avvenire tra loro.

Le mie parole hanno suscitato un mormorio generale di approvazione. Qualche giorno dopo la nostra rappresentante sindacale mi ha detto che il mio intervento era stato molto importante, sapeva che ne avevano parlato ai vertici e insieme constatavamo che da allora non avevamo più assistito a scene di quel genere. Una volta ha detto: "Parlo volentieri con te perché sei una persona umana e corretta. Un tempo ero anch'io come te, cercavo di aiutare tutti, poi ho visto che quando ho avuto io bisogno non si è mosso nessuno, così ora mi faccio solo i fatti miei". L'ascoltavo cercando di "farmi uno" e sentivo che sotto c'era tanta sofferenza. Le ho detto che la capivo perché anch'io nella vita avevo dovuto affrontare tante prove, ma di una cosa ero certa: voltare le spalle alle persone non era la soluzione giusta per stare meglio.

(Daniela, VR)


mercoledì 2 maggio 2012

Luca 12,49



«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49).

Subito dopo queste parole nel Vangelo di Luca, Gesù continua: “C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (v.50). Il fuoco può essere lo Spirito Santo purificatore o la carità. Il battesimo è il battesimo di sangue della Passione (Cfr. Mc 10,39). Questo fuoco dello Spirito Santo, della carità vera, viene acceso soltanto attraverso “il battesimo” della sofferenza nella nostra vita abbracciata per amore in unione con Gesù sulla croce. Paolo diceva: “Tutto io reputo una perdita allo scopo di guadagnare Cristo e ritrovarmi in Lui”.

Noi non perdiamo la vita per Gesù o, meglio, noi non ci ritroviamo in Lui solo con il martirio, ma anche facendo la sua volontà con amore momento per momento.

Pio XI, parlando della vita di Santa Teresina, tutta spesa per amore, la definiva “martirio quotidiano”, testimonianza di un amore eroico. Chi si allena ogni giorno in questo martirio di amore si trova preparato, se gli fosse chiesto, a subire il martirio del sangue: tutto per ritrovarsi in Gesù.

Tre farfalle vollero un giorno avvicinarsi al fuoco per conoscerlo. Fermandosi ad osservare una sentenziò: “È qualcosa che fa luce!”. La seconda, sentendone il calore, disse: “È qualcosa che riscalda!”. Ma la terza spiccò il volo, penetrò dentro di esso e divenne essa stessa fiamma viva. Essa sola ha capito che cosa sia il fuoco!

Se il sale non accettasse di sciogliersi, non varrebbe nulla; se il legno non accettasse di bruciare, non farebbe calore e marcirebbe inutilmente. “Chi perde la sua vita per me, la troverà”.

Un canto non è un canto finché è cantato. Una campana non è una campana finché è suonata. Dalla sua natura vera, l’amore non è amore finché è donato.

Dal cuore squarciato di Gesù sono scaturiti, come due fiumi, sangue e acqua, figure del Battesimo e dell’Eucaristia. Vivendo questi due sacramenti, che ci rendono figli di Dio e concorporei di Gesù, noi possiamo entrare nel cuore di Cristo e, per suo mezzo, nella voragine d’amore della Trinità.

Questo processo di trasformazione avviene ogni volta che, facendo il vuoto in noi stessi per amore, diventiamo capaci di accogliere il dono di Gesù in ogni prossimo che incontriamo.

- - - - - - -


Un’Esperienza di Vita:

Ogni atto d’amore accende una luce. Se poi si compie tra il buio più profondo dell’odio, allora esso provoca un’esplosione di luce. Oggi, nella nostra cultura secolare, c’è meno vero amore cristiano che mai prima. Giorgio Bielecki, un prigioniero di Auschwitz, scrisse quello che avvenne quando padre Kolbe offrì la propria vita per salvare un prigioniero condannato a morte:

«Fu uno shock enorme per tutto il campo. Ci rendemmo conto che qualcuno tra di noi, in quella oscura notte spirituale dell’anima, aveva innalzato la misura dell’amore fino alla vetta più alta. Uno sconosciuto, uno come tutti, torturato e privato del nome e della condizione sociale, si era prestato ad una morte orribile per salvare qualcuno che non era neanche suo parente. Migliaia di prigionieri si convinsero che il mondo continuava ad esistere e che i nostri torturatori non potevano distruggerlo. Più di un individuo cominciò a cercare questa verità dentro di sé, a trovarla e a condividerla con gli altri compagni del campo.

Dire che padre Kolbe morì per uno di noi o per la famiglia di quella persona sarebbe riduttivo. La sua morte fu la salvezza di migliaia di vite umane. E in questo, potrei dire, sta la grandezza di quella morte. E finché vivremo, noi che eravamo ad Auschwitz, piegheremo la nostra testa in memoria di quello che è accaduto. Quella fu una scossa che ci restituì l’ottimismo, che ci rigenerò e ci diede forza; rimanemmo ammutoliti dal suo gesto, che divenne per noi una potentissima esplosione di luce capace di illuminare l’oscura notte del campo...».

lunedì 2 aprile 2012

Giovanni 15,3

«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato» (Gv 15,3)

(http://www.focolare.org/it/news/2012/04/01/aprile-2012/)

Si trova questo versetto nel brano in cui Gesù parla della vite e i tralci (Gv 15,1-8). Perciò questi discepoli di Gesù sono “già mondi” perché vivono la sua parola di Gesù ognuno e insieme come comunità.

La vera vigna è la comunità di coloro che aderiscono a Gesù, come i tralci al ceppo. Solo chi resta unito a Gesù, come il tralcio alla vite, appartiene alla vigna del Padre. Il discepolo che segue Gesù è chiamato, ogni giorno, a dare la sua risposta alla Parola e così è innestato in Gesù. La Parola di Gesù, accolta e vissuta, è come un seme di rinascita e come un germe di vita, destinata a crescere incessantemente in chi la vive. Una fedeltà sempre più grande alla Parola è la condizione di ogni attività apostolica. Il tralcio può avere forza apostolica tanto in quanto è radicato nel Signore, dando testimonianza di Lui nelle sofferenze, nelle prove e persino nella morte. Questa in abitazione di Cristo è una fedeltà forte e coraggiosa, virile e quotidiana. Perché questa fedeltà del discepolo è garantita dalla fedeltà del Signore: “io in lui”.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Simone Weil, ebrea convertita al cristianesimo, guardando un giorno delle piante alte e slanciate, con rami lunghi e frondosi, commentava che questi rami inondati dalla luce del sole, per il fenomeno della clorofilla, trasmettevano la linfa vitale a tutta la pianta e così le radici si ramificavano nelle profondità della terra. Concludendo il suo scritto, Simone Weil si poneva una domanda: “Ma le piante, allora, dove hanno le loro radici, in terra o nel cielo?”. E lei stessa rispondeva: “Nel cielo”. E concludeva: “Così anche noi abbiamo le nostre radici in cielo e quanto più uno è radicato in Dio, tanto più diventa uomo e tanto più entra nell’umanità e si fa compagno di ogni uomo”.

- - - - - - -


P.s.

Penso che tutti voi vi rendete conto che il mondo sta cambiando tanto, e velocemente. Gesù ci ha detto di guardare “i segni” dei tempi.

Come Papa Benedetto ci ha indicato, tantissime persone oggi sono caduto nella trappola più forte di Satana, relativismo. La filosofia di vita più facile per la grande maggioranza delle persone oggi è: “Occhio non vede, cuore non duole”; forse non duole oggi ma domani e dopo la morte?

“Ho notato che la maggior parte delle anime che ci sono (nell’inferno), sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno” (Diario di Suor Faustina, 741; http://www.divinamisericordiacammara.it/DAL%20DIARIO%20DI%20SANTA%20SUOR%20FAUSTINA%201.pdf)

Se vogliamo o no, se crediamo o no, la vita è “una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre” (CCC 409; http://iqt.it/catechismo/caduta.htm#originale), ma se non si fa la fatica quotidiana di lottare contro queste “potenze delle tenebre”, ci porta silenziosamente e lentamente lontano da Dio e verso la loro dimora per tutta l’eternità.

“Vidi due strade: una strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi. La gente andava per quella strada ballando e divertendosi. Giungevano alla fine, ma non s’accorgevano che era finita. Alla fine di quella strada c’era uno spaventoso precipizio, cioè l’abisso infernale. Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che arrivavano, precipitavano dentro. E ce n’era un così gran numero, che era impossibile contarle. E vidi un’altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva le lacrime agli occhi ed era piena di dolori. Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano. Ed alla fine della strada c’era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità e tutte quelle anime vi entravano. Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori” (Diario di Suor Faustina, 153; http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/il-diario.asp).

Quando hanno chiesto Beato Papa Giovanni Paolo II per un versetto da tutta la Bibbia di lasciare il popolo di Dio, lui ha risposto senza esitazione: “La verità vi fa liberi” (Gv 8,32)!

E’ vero che non sappiamo “l’ora” della Seconda Venuta di Gesù, ma possiamo sapere “che Egli è proprio alle porte”. La parola di Dio ammonisce il Cristiano di essere sapiente (Mt 10,16) e vigilante (Mt 24,42; Tit 2,13), soprattutto mentre il giorno del ritorno del Signore si avvicina (Eb 10,25). “Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte” (Mt 24, 32-34; Mc 13,28; Lc 21,29-31). “Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? (Lc 12,56; Mt 16,3).

Gesù ha detto a Santa Faustina “Preparerai il mondo alla Mia venuta” (Diario di Suor Faustina 429; http://www.parrocchiasantarita.it/contenuti/43/divina-misericordia/10/&print=1)

Se vi interessate, ho scritto qual cosina di questi segni nel mio blog: “Profezia Cattolica Oggi” (http://marchiobestia.blogspot.com).

Anche, per chi non ha già letto“La Testimonianza di Gloria Polo”, visitate: http://testim-polo.blogspot.com/.

Gloria Polo è morta dopo esser bruciata terribilmente da un fulmine il 5 Maggio 1995; è stata giudicata, poi è tornata in vita. Ci sono tantissime persone, come Gloria Polo, che sono nell´illusione di essere a posto con la propria coscienza formata dal loro criterio personale, o secondo la logica del mondo, o secondo il pensiero comune ("fanno tutti così"!), o secondo il criterio del diavolo, MA NON SECONDO IL CRITERIO DI DIO, cioè secondo LA VERITA´! Questo è l´inganno fondamentale di Satana dall´inizio dell´umanità e per sempre (Gen 3,4-5)! Noi esseri umani siamo veramente abili e bravi nell'ingannarci, VOLUTAMENTE, e poi ce ne dimentichiamo così facilmente!

Credo che questa testimonianza aiuterà tante persone di buona volontà, che non hanno paura di confrontarsi con la verità, per convertirsi alla Verità e di cominciare di vivere una vita nuova e appagante con Gesù Cristo. Per noi Cattolici ci aiuterà a fare un buon esame di coscienza seguito da una buona confessione sacramentale.

giovedì 1 marzo 2012

Giovanni 6,68

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).

(http://www.focolare.org/it/news/2012/03/01/marzo-2012/)

Quante parole ascoltiamo in una giornata! Ci sono parole semplici e difficili, dette per amore o per odio, che rasserenano o fanno arrabbiare. Parole dolci o di rimprovero. Ci sono parole che si imprimono nella memoria, che entrano nel cuore, altre che scivolano via e che noi dimentichiamo subito. Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, si rivolge alla folla con un lungo discorso. Nella prima parte parla del mistero della sua persona. Nella seconda Gesù si sofferma a parlare del pane dell'Eucaristia. Ed egli si identifica con questo cibo: è Lui, Gesù, il pane vivo. Chi lo mangia si unisce profondamente a Dio e può vivere per Dio stesso.

Gli ascoltatori sono sorpresi e fanno fatica ad accogliere queste parole. Per questo tanti se ne vanno. Gesù vede incertezza di fede anche tra i dodici. Anche a loro domanda una presa di posizione. Risponderà Pietro a nome degli amici con un'autentica professione ed esperienza di fede cristiana: riconosce e testimonia che solo la rivelazione di Gesù può introdurre nella vita divina: "Tu hai parole di vita eterna", di vita piena. Le parole di Gesù sono parole di vita. Non solo perché si possono mettere in pratica, ma anche perché quando le vivi la tua vita acquista una pienezza particolare. Impariamo ad ascoltare la parola di Dio, distinguendola dalle mille altre parole che passano. È la Parola di un Padre che vuole il bene dei figli e per questo ci dona parole che danno senso alla vita quotidiana.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Sono andata tante volte a trovare Franca in carcere. Il suo dolore, le sue angosce, tra le mura della prigione crescevano ogni giorno. Mi sentivo solo impotente, ma ogni tanto riuscivo a donarle un po' di serenità.

Un giorno mi ha detto: «Ti voglio bene perché sei come me».

Aveva manifestato il desiderio di venire a casa nostra nei periodi di permesso. Ne abbiamo parlato con i figli ed insieme l'abbiamo accolta con gioia. C'era con noi, allora, nostra madre, alquanto malata, ed era sorprendente vedere come sapeva consolarla.

Un natale poi, è stato speciale; lei era già a casa nostra quando è giunta la notizia dell'arrivo di mio fratello con tutta la sua famiglia.

Conoscendo il suo modo di pensare avevo timore che la presenza di Franca l'avrebbe turbato. Invece, vedendo la nostra disponibilità e la gioia che la mamma provava nell'aiutare quella ragazza sfortunata, dopo un primo momento di sorpresa si è sentito coinvolto in quel clima di solidarietà senza giudizi. Franca aveva ritrovato il calore di una famiglia.

N.S., Italia


P.s.

Mi raccomando tanto di leggere il libro:

Trattato Della Vera Devozione A Maria,

da San Luigi Maria Grignion de Montfort

(http://www.santorosario.net/trattato.htm).

In particolare leggete paragrafi 47-59 per i nostri tempi molto particolare nella storia del mondo e della Chiea!

Beato Papa Giovanni Paolo II ha scritto di questo libro:

“Leggendo questo libro era un punto decisivo di svolta nella mia vita. Dico “svolta”, ma in fatti era un viaggio interiore lungo… Questa “devozione perfetta” è indispensabile per qualsiasi persona che vuole darsi a Cristo, senza riserva, al lavoro della redenzione. E’ dal Montfort che ho preso il motto: “Totus tuus” (“Sono tutto tuo”). Un giorno dovrò dire a voi Monfortiani come ho scoperto “Il Trattato della Vera Devozione a Maria”, e quante volte ho dovuto rileggerlo per capirlo.”

giovedì 2 febbraio 2012

Marco 1,15

“Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15).

(http://www.focolare.org/it/news/2012/02/01/febbraio-2012/)

Nella Chiesa primitiva la Quaresima era il tempo prezioso dedicato al “catecumenato” cioè alla preparazione del Sacramento del Battesimo nella Veglia Pasquale. Anche per noi che abbiamo già ricevuto il dono della vita cristiana, la quaresima è momento prezioso per riflettere sul dono ricevuto, non solo per “sentirci” dei battezzati, ma specialmente per “vivere” da battezzati.

Questo è “convertirsi”: “cor-vertere” significa rovesciare il proprio cuore, cioè andare a Dio con “cuore nuovo”. La conversione non riguarda solo un pagano che abbraccia la fede in Cristo Salvatore, ma ogni cristiano, anzi quanto più uno è santo, tanto più sente il bisogno di andare a Dio con il “cuore rinnovato”. A questo ci invita il cammino dei quaranta giorni, aiutati dal dono della parola di Dio, perché essa diventi vita della nostra vita, un po’ come il pane che mangiamo che diventa nostra carne.

- - - - - - -


Un’Esperienza di Vita:

HO CONDANNATO UN MORTO

Ho commesso un grosso sbaglio. Avevo saputo che Giovanni era morto in modo triste e vergognoso: dopo una nottata passata nell’ubriachezza tra le prostitute. Era ricco, aveva la sposa e figli, ma aveva anche delle pessime abitudini.

Oggi si fanno i funerali. Mi hanno chiamato perché benedica la salma. Ho detto che non sarei andato. Per la vita che aveva vissuto fino all’ultimo momento - ho risposto - non meritava la benedizione della Chiesa. Mi sembrava di dover difendere la giustizia, di dare un buon esempio al popolo, di fare insomma il mio dovere.

Rimasto solo, non ho avuto più pace. Mi sono domandato che cosa avrebbe fatto Gesù al mio posto e mi sono vergognato di me stesso. In questo momento di dolore, mentre la vedova e i figli piangono perché il papà non c’è più e perché è partito in quel modo, io, che potrei portare un po’ di sollievo, ho condannato un morto! Conosco dal di fuori la storia di quel uomo; solo Dio la conosce da di dentro. Suo giudice non sono io, ma quel Gesù che per lui ha versato il suo sangue! Quella notte non sono riuscito a prendere sonno.

Il giorno dopo sono andato a trovare la vedova e i figli. Ho chiesto loro perdono e abbiamo combinato insieme la data per la Messa di suffragio. Il fatto è stato risaputo dalla gente: il prete è andato a chiedere scusa! Forse questo gesto ha evangelizzato più di tutte le mie prediche!

don E. P., Italia


giovedì 5 gennaio 2012

Colossesi 3,1

«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3,1).

(http://www.focolare.org/it/news/2012/01/01/%C2%ABse-dunque-siete-risorti-con-cristo-cercate-le-cose-di-lassu-dove-si-trova-cristo-assiso-alla-destra-di-dio%C2%BB-col-31/)

Un’icona delle Chiese orientali raffigura Gesù Risorto che abbatte con potenza la porta che tiene prigionieri i morti. I cardini e persino i chiodi saltano in ogni direzione. Gesù allunga le braccia: con una mano trascina fuori Adamo e con l’altra Eva. Nella prima coppia umana è rappresentata l’umanità strappata dalla morte e portata nel regno del Risorto.

Gesù con la sua morte è disceso nell’abisso della nostra angoscia, della nostra morte, del nostro peccato, per innalzarci fino al Cielo. Essendo inseriti come membra, in Lui, già partecipiamo alla sua risurrezione e già siamo saliti, in Lui, nel cuore della Trinità. Ma, finché siamo itineranti sulla terra, continua incessante l’opera di santificazione. Ogni giorno constatiamo il divario tra “le cose di lassù” e la nostra fragilità che ci porta a cedere. “Lassù” il peccato e la morte non possono più entrare e la volontà del Padre è perfettamente compiuta. Invece, finché ci troviamo su questa terra, siamo esposti a mille difficoltà e tentazioni che possono frenare il nostro cammino o addirittura deviarlo verso false méte.

Conoscendo la lotta che c’è in noi, san Paolo ci sprona: “Risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”. Ci spinge ad impegnarci per testimoniare nel nostro ambiente le realtà che Gesù ha portato sulla terra: lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di comprensione e di perdono, di onestà, di giustizia, di correttezza nel lavoro, di fedeltà, di purezza e di rispetto. Affermando con la nostra vita queste realtà, portiamo la terra a rispecchiare sempre meglio la vita di “lassù”.

- - - - - - -

Un’Esperienza di Vita:

Vent’anni, e la convinzione che vivere la mia vita significasse fare tutto ciò che mi piaceva. Un giro di amicizie oltre il limite della legalità: droga, discoteca, teppismo, scontri con la polizia, sete di denaro e di potere, lotte tra bande rivali.

Mio fratello aveva iniziato in quel periodo a frequentare dei nuovi amici che subito mi avevano colpito: avevano tra loro un rapporto molto diverso da quello che avevo io con la mia banda e vivevano prendendo sul serio le parole di Gesù. Dio per me non era nessuno e quei ragazzi mi incuriosivano, ma non riuscivo a capirli: li osservavo per poterli più tardi canzonare con i miei amici.

Poi, l’incidente: una macchina mi ha travolta mentre, in motorino, andavo in discoteca. Il dramma di un attimo: se la mia vita era conclusa, cosa mi restava in mano? Mi è apparsa, in un lampo, tutta l’inutilità dei miei anni spesi rincorrendo il nulla, che il nulla mi lasciavano. E un flash improvviso: una gita in montagna di tanti anni prima, una persona che mi proponeva di affidare la mia vita a Dio. Era ormai troppo tardi per farlo oppure Dio aveva accolto quella preghiera?

In ospedale, a trovarmi non è mai venuto nessuno dei miei amici. Invece è subito arrivata un’amica di mio fratello e mi è rimasta accanto per tutti i giorni della degenza. Con lei, pian piano, è nato un rapporto di amicizia e di stima profonde e ho scoperto che il suo Dio Amore poteva trasformare e arricchire anche la mia vita.

“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” ripeteva anche a me Gesù: era una rivoluzione radicale. Nel mio cuore gli ho detto di sì. Ho deciso drasticamente di uscire dal giro. Non è stato facile. Ma c’erano i miei nuovi amici a sostenermi e l’amore personale di Dio a darmi forza. Mi sentivo rinata e il Vangelo mi indicava passo passo la strada da percorrere.

Susy F., Milano