venerdì 2 agosto 2013

Luca 6,32



«Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» (Lc 6,32).


Amare i nemici” (Lc 6,27)!. Come si fa? E solo, è tutto divino. Davvero qui si vede la grandezza della "buona notizia ", una notizia sconvolgente.

Nel libro di Samuele, capitolo 26, ci racconta un episodio dell'antico testamento dove si vede già lo stile di chi perdona ed ama come fa Dio, che fa piovere sui buoni e sui cattivi (Mt 5,45). Infatti il primo libro di Samuele descrive un generoso perdono, quello di Davide che non uccide il Re Saul, il quale invece aveva minacciato la sua vita. Davide ha uno sguardo più alto, vede le cose da Dio, vede nel Re Saul il consacrato del Signore, per questo ne rispetta la dignità e la vita.

Sì, quando un uomo perdona dimostra il suo essere figlio di Dio, di un Padre che ama tutti, che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. In questo modo il cristiano realizza in sè "l'immagine dell'uomo celeste" come nota san Paolo.

"Amare i nemici". Quest'imperativo fa parte di una serie d'indicazioni con le quali Luca mette in evidenza il nuovo modo di amare del discepolo di Cristo, un amore senza limiti, un amore che supera la logica del dare e ricevere per assumere lo stile di Dio. La generosità di Dio infatti è assoluta e l'amore di Dio senza limiti. Un amore che raggiunge anche il nemico.

Allora l'amore al nemico è l'ultima frontiera di una misericordia illimitata. Amare così ci fa simili a Dio, realizza pienamente l'immagine dell'uomo celeste.

Però dobbiamo anche ricordare ciò che San Tommaso d’Aquino ha scritto: “Affermare raramente, negare di rado, distinguere sempre.” Oggi in tanti paesi nel mondo, i governi stanno spingendo avanti fortemente le leggi contro “l’omofobia” nonostante che è contro la volontà della maggioranza del popolo dei paesi. Questa parola “omofobia” neanche esisteva pochi anni fa! Gesù ci ha insegnato di amare il peccatore ma odiare il peccato. Ma i non credenti, o i “credenti” che non praticano la loro fede, che sono nella grande maggioranza oggi, non distinguano fra il peccatore e il peccato, e allora, accusano i veri cristiani di odiare le persone con la tendenza di omosessualità. Ben presto sarà una vera persecuzione all’aperto contro tutti che esprimano apertamente, anche nelle chiese, che è un peccato grave, l’atto di omosessualità, che fa male non soltanto alla persona che fa questo atto immorale, ma anche alle famiglie ed a tutta la società. Dimentichiamo così facilmente che cosa è successo a Sodoma e Gomorra (Gen 19)!

Amore vero del nemico vuol dire di voler il vero bene del nemico qui sulla terra ma anche per tutta l’eternità. Tantissime persone oggi, anche tanti responsabili religiosi e genitori, cercano di accontentare e di soddisfare i desideri della carne delle persone senza distinguere se è un peccato o no, se fa veramente bene alle persone o no. Questo è amore false e distruttivo; questo è amore malconsigliato! Pochi responsabili religiosi oggi hanno il coraggio del primo Papa, Pietro, il giorno della nascita della chiesa, Pentecoste, di dire: “Voi avete crocifisso Gesù” (Atti 4,10), “l’autore della vita” (Atti 3,16), con i vostri peccati gravi, mortali!

Gesù ha detto agli apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). La Madonna ci chiede continuamente di pregare per i sacerdoti e i vescovi e il papa, perché c’è una grande tentazione oggi, con tanti persone plagiati dal mass media, le scuole e quasi tutte le istituzione religiosi, quasi tutti sotto il controllo dalla forze del male, di accettare questo “amore” falso e devastante. Perciò è molto più facile, nel nome di “amore” (falso), di vivere la parte più facile delle parole di Gesù, di essere “semplici come le colombe”: “Occhio non vede, cuore non duole”! E’ difficile di andare contro corrente oggi, di cercare la Verità con fatica, con lo studio e con la preghiera assidua, per poter essere anche “prudenti come i serpenti”!

Uno degli atti di carità più importante soprattutto oggi e che manca molto oggi, in particolare dai preti, dai vescovi e dai genitori, è di far riconoscere, odiare e superare il peccato. Ma tantissime responsabili hanno sacrificato l’eternità sull’altare del rispetto umano proprio perché tantissimi “cristiani” non vogliono riconoscere, odiare e superare i loro peccati che si sono lasciati abituati!

E’ vero ciò che noi sacerdoti “abbiamo studiato nella teologia pastorale della necessità della “legge della gradualità”. Ma mi risulta che i papi recenti, nel mondo di oggi, ci ammoniscono di essere di guardia non tanto sulla mancanza di applicare la “LEGGE DELLA GRADUALITÀ” ma del pericolo della “GRADUALITÀ DELLA LEGGE”, che deve essere rifiutata in quanto riduce il valore della legge ad un mero ideale.” (Visitate: “Una Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello”; http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).

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Un’Esperienza di Vita:

Nel mio Paese, per più di un secolo, le duecento minoranze etniche hanno vissuto in pace e in armonia.

Nello stesso periodo in cui a New York crollavano le Torri, anche in Nigeria è scoppiata la guerra civile a causa dei contrasti tra le etnie, tra cristiani e musulmani, con saccheggi e stragi da entrambe le parti.

Il governo ha cercato di riportare l'ordine ma, non riuscendovi, sia i cristiani che i musulmani hanno formato truppe di sorveglianza. Anch'io ero in uno di questi gruppi e combattevo dalla parte dei cristiani.

Una sera, durante un giro di controllo, ci siamo imbattuti in un gruppo musulmano. Avevamo accerchiato i nostri nemici. La maggioranza dei cristiani ha suggerito di ucciderli. Ma io non potevo farlo: il Vangelo dice che dobbiamo amare tutti, siano essi cristiani, musulmani o buddisti. E amare anche i nemici.

Ho chiamato il nostro capo-gruppo ed ho proposto a lui e agli altri di risparmiare le loro vite, non perché non ci avessero fatto del male, ma perché quelli dell'altra etnia sono, come noi, figli di Dio. Queste parole hanno colpito tutti e le vite di quei ragazzi musulmani sono state risparmiate.
Ero felice perché, anche se eravamo nemici, la volontà di Dio per i suoi figli è che ci amiamo come fratelli.

Sumnei, Nigeria

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