venerdì 1 marzo 2013

Giovanni 8,7


«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7).


In un clima di disorientamento, incertezza, sfiducia, ci sono tante spiegazioni e risposte erronee, ma la fede vissuta ci dà sicurezza: Qualcuno non ci perde di vista.

Gesù ci apre una strada nuova: la salvezza! Paolo, nella lettera ai filippesi (3,8-14), parla della sua personale "novità" in seguito all'incontro con Gesù Cristo. Il suo è un autentico "miracolo di Pasqua": lo fa uscire da se stesso, dal proprio orgoglio, acquista occhi e cuore nuovi, incontra il Risorto e - di conseguenza - vive una vita nuova.

La novità è presente anche nella pagina del Vangelo (Gv 8,1-11). L'adultera, nell'incontro con Gesù: "Donna - le dice - dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?".

"Nessuno, Signore", risponde la donna. "Neanche io ti condanno".

Stupita di tanto amore, si sente amata e perdonata: è ora una creatura nuova, capace a sua volta di amare e perdonare.

Ma questo dono del perdono viene accolto se si vive anche le parole che Gesù ha detto all’adultera alla fine: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”, come noi diciamo nell’Atto di Doloro: “Prometto con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasione prossime di peccato”! Perciò per le tantissime persone che SI SONO LASCIATI scivolare nel relativismo, “la difficoltà più profonda dei nostri tempi” (Papa Benedetto XVI), i peccati rimangono non perdonati!

Nella sua omelia alla Messa prima del conclave che l’ha presto eletto Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Ratzinger ha detto:
Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. SI VA COSTITUENDO UNA DITTATURA DEL RELATIVISMO che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.” (http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html).


Dall’altra parte sono quelli che giudicano presto gli altri mentre sono ciechi alla loro peccaminosità e ipocrisia. Oggettivamente dobbiamo giudicare il giusto dal non giusto secondo le azioni degli aggiri per non fare lo stesso e anche per pregare e offrire le nostre sacrifici per la loro conversione e poi forse offrire una parola di consiglio al momento giusto con amore e umiltà. Ma soggettivamente, ciò che succede nella testa di uno che fa ciò che sta facendo ciò che è male oggettivamente, i suoi motivi, le grazie ricevute da Dio, la sua storia personale, ecc., soltanto Dio sa questo, e perciò soltanto Dio può giudicare la colpevolezza di questa persona.

Dalla parte sinistra ci sono quelli che presuppongono che tutto va bene secondo la loro mentalità relativistica. “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno… Una cosa ho notato e cioè che LA MAGGIOR PARTE DELLE ANIME CHE CI SONO (NELL’INFERNO), SONO ANIME CHE NON CREDEVANO CHE CI FOSSE L’INFERNO” (Diario, 741).

Dalla parte a destra ci sono quelli che hanno il vizio di fare come gli scribi ed i farisei che hanno condotto una donna che avevano sorpreso in adulterio. GLI SCRIBI ED I FARISEI ERANO CIECHI ALLA LORO IPOCRISIA perfino al punto che Gesù ha detto: “Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20).
“Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? (Mt 7,3; Lc 6,41).

Mancano alle persone di tutti i due parti l’umiltà e la fiducia in Dio e quindi non stanno cercando di vedere la cose da punto di vista di Dio ma dal loro punto di vista come fosse loro a decidere ciò che è giusto o non giusto come il serpente ha tentato Adamo e Eva (Gen 3,4-5).

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Un’Esperienza di Vita:

Avevo 17 anni quando, aspettando un figlio, mi sono sposata: dopo dieci faticosi anni ho divorziato. Ho incontrato poi Marco, il mio attuale compagno. A questo fallimento, si aggiungeva la consapevolezza che finiva anche un rapporto chiaro con la Chiesa e forse con Dio: come divorziata non sarei più stata ben accetta in Chiesa.

Che cosa sarei stata se un prete non mi avesse detto: "Dio ti ama immensamente, anche così come sei?". Se non mi avesse tenuto in Chiesa nonostante la mia condizione? Ho sentito che nella parrocchia c'era un posto anche per me. E da qui è ripreso il mio cammino di fede. Il primo frutto è stato l'insorgere in me dell'esigenza della preghiera, della Messa e perfino del Rosario. La mia vita è cambiata e con la mia anche quella di Marco e di mio figlio Lorenzo.

Ho scoperto che anche tutto il dolore passato aveva un senso, era legato al grido di Gesù in croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". A quel grido ho legato la sofferenza di non poter ricevere l'Eucaristia, ho legato il rivedere il mio precedente matrimonio al tribunale ecclesiastico. Le esperienze compiute mi sono preziose nel Gruppo del Vangelo dove sono tanti quelli che stanno vivendo ora quello che io ho vissuto in precedenza.

(Cecilia, Modena)

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