lunedì 2 dicembre 2013

1Tess 3,12


«Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti» (1 Tess 3,12).


In tutto il Vangelo, sentiamo spesso l’esortazione alla vigilanza. Nella liturgia di Avvento, per la preparazione a Natale, per la venuta del Signore, ancora di più sentiamo questo consiglio alla vigilanza. Perché senza la vigilanza, è impossibile ad amare secondo il Vangelo, secondo l’esempio di Gesù, senza il motivo di tornaconto nascosto!

Questo invito ci fa vedere che esiste una verità profonda nella nostra vita: è la verità di Dio che si dona e fa da fondamento alla nostra esistenza, trasformandoci dal di dentro. È necessario quindi essere vigilanti per non sprecare le occasioni. Si dice che il cristiano è uomo e donna di speranza: vigilanza e preghiera sono due atteggiamenti di speranza, così da essere discepoli di Gesù, vigilanti e impegnati nel vivere il suo Comandamento Nuovo.

Attenzione è il primo nome dell'Avvento, perché la coscienza viene facilmente sedotta e la spiritualità annacquata, con il risultato di una mediocrità imperante, fatta di abitudine, di lamentela e di abbandono di progetti significativi. Il Vangelo ci suggerisce di vegliare pregando. Pregare è fare il pieno di ossigeno, è volare alto, è evitare il soffocamento della banalità. A chi pone tutto nella mani di Dio, Egli dona la forza di stare sveglio, cioè di vedere e vivere la realtà con occhi ben aperti: Ogni momento, perché ogni istante è gravido di futuro; nessun momento è neutro.

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Un’Esperienza di Vita:

La malattia di papà condizionava il clima familiare, creando fra tutti una forte tensione.

Chiedevo a Dio la guarigione completa di papà così da tornare ad essere la famiglia di sempre. ma la situazione non cambiava, anzi sembrava peggiorasse. Non vedere esaudite le mie preghiere, pian piano mi ha allontanato da Dio.

Un vicino di casa, sapendo della mia situazione, ha iniziato ad invitarmi con il suo gruppo di amici. Mi trovavo bene con loro, il modo di stare insieme mi dava pace. Quando ho raccontato che non credevo più in Dio perché non ascoltava le mie preghiere, loro mi hanno ascoltato in un grande silenzio. Poi mi hanno proposto, se ero contento, di chiedere, insieme a Gesù il bene che Lui desiderava per la mia famiglia. Sono tornato a casa con una pace nuova in me.

Prima di entrare, ancora un piccolo dubbio, ma, appena aperta la porta, ho trovato papà ad accogliermi con un grande sorriso. Ho capito che dovevo chiedere a Dio l'amore per iniziare ad amare io per primo, quanti mi erano accanto.

R.U.

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Come Maria ha avuto un ruolo fondamentale per la prima venuta di Gesù Cristo, così sarà anche per la seconda venuta di Gesù Cristo!

Un libro profetico proprio per i nostri tempi è Trattato della Vera Devozione”, di S. Luigi di Montfort. Hanno trovato questo tesoro 130 anni dopo la morte del santo; ben presto era tradotto in tante lingue.

“Il Montfort scrive, nel suo Trattato della vera devozione: "NELLA SECONDA VENUTA DI GESÙ CRISTO, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei" (#49).”

“Continua il Montfort: "IN QUESTI ULTIMI TEMPI, DIO VUOLE DUNQUE RIVELARE E MANIFESTARE MARIA, capolavoro delle sue mani, perché è l'aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo. Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso. (TVD 50).”

“Dice sempre il Montfort: "MARIA È IL MEZZO SICURO E LA STRADA DIRITTA E IMMACOLATA PER ANDARE A GESÙ Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita, cioè Gesù Cristo, via, verità e vita. ORA NON SI PUÒ TROVARE MARIA SENZA CERCARLA, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità". (50 - #5)”

“Dice il Montfort: “Soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo, che andranno crescendo tutti i giorni fino al regno dell'Anticristo, deve riferirsi LA PRIMA E CELEBRE PROFEZIA E MALEDIZIONE PRONUNCIATA DA DIO NEL PARADISO TERRESTRE CONTRO IL SERPENTE. È bene spiegarla qui, a gloria della Vergine santissima, a conforto dei suoi figli e a confusione del diavolo: `Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno' (Gen.3,15).”

Per leggere un po’ di ciò che Don Stefano Gobbi, il fondatore del Movimento Mariano Sacerdotale, ha scritto in merito, visitate: “Funerale Stefano Gobbi”; http://cibo-spir.blogspot.com/2011/07/funerale-stefano-gobbi.html .


La scoperta del « Trattato della Vera Devozione » di Karol Wojtila

La lettura di questo libro ha significato, nella mia vita, una svolta decisiva. Ho detto una svolta in quanto si riferisce ad un lungo cammino interiore che ha coinciso con la mia preparazione clandestina al sacerdozio. Fu allora che capitò tra le mie mani questo singolare trattato, uno di quei libri che non è sufficiente « averlo letto ». Mi ricordo di averlo portato per molto tempo con me, anche nella fabbrica di soda, tanto che la sua bella copertina fu danneggiata dalla calce. Io ritornavo incessantemente e di volta in volta su certi passaggi. Mi sono accorto ben presto che, al di là della forma barocca del libro, si trattava di qualche cosa fondamentale.

Come conseguenza, la devozione della mia infanzia e anche della mia adolescenza nei riguardi della Madre di Cristo ha dato luogo ad un nuovo atteggiamento, una devozione proveniente dal più profondo della mia fede, come se provenisse dallo stesso cuore della realtà trinitaria e cristologica. Quando temevo che la mia devozione mariana potesse oscurare Cristo, tanto da cederle il passo, compresi, alla luce del trattato di Grignion de Monfort che realmente era tutt'altra cosa. La nostra relazione con la Madre di Dio deriva, organicamente, dal nostro legame con il mistero del Cristo. Non è quindi questione che l'uno ci impedisca di vedere l'altro. (...) Si può proprio dire che a colui che si sforza di conoscerla e amarla, lo stesso Cristo indica sua Madre come fece, sul Calvario, al suo discepolo Giovanni.

André Frossard, dialogo con Giovanni Paolo II


Per vedere e scaricare tutto il libro (PDF), “Trattato della Vera Devozione a Maria”, visitate:

sabato 9 novembre 2013

Efesini 4,32

«Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4,32).


L'esperienza del perdono di Dio è ciò che può cambiarci dall'interno, perché ci fa sperimentare la gratuità della sua misericordia e una inesauribile possibilità di vita. In primo piano non sta la nostra possibile conversione, ma la gioia del perdono, gioia anzitutto di Dio nell'offrirci il suo perdono. Gesù nell'accoglienza dei peccatori ci fa intravedere questa gioia. Le tre parabole che costituiscono il quindicesimo capitolo del Vangelo di Luca (15,1-32) trasmettono con chiarezza la buona notizia: Dio è padre buono, la sua casa è uno spazio sicuro. L'attenzione dei tre racconti si concentra sulla gioia di Dio per il cambiamento.

Nella parabola della pecora perduta l'attenzione è richiamata sull'attività del pastore che ricerca: egli lascia, va dietro, finché non trova. E proprio all'intensità della ricerca si collega la gioia del ritrovamento. Dio gioisce del perdono. La parabola ci racconta ciò che prova Dio, non ciò che il peccatore deve fare. La simpatia di Dio e il suo amore per il peccatore precedono la conversione. Ci si converte perché amati. Ci si converte perché perdonati. Il pastore va in cerca della pecora smarrita perché essa continua ad essere preziosa ai suoi occhi. Come è bello poter celebrare il sacramento della riconciliazione: ti fa sperimentare la gioia di Dio che diventa la tua forza.

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Un’Esperienza di Vita:

Mentre passavo con il mio carico di "lecca-lecca" ho notato un assembramento di gente intorno a un ragazzo: aveva rubato e rivenduto un pacchetto di sigarette per mangiare qualcosa.
Quando succedono fatti del genere da noi non si chiama la polizia, ma ti picchiano bene bene sul posto.

Come trarre dagli impicci quel ragazzo che non era poi così furfante come volevano farlo apparire? Dal ricavato del giorno ho preso dei soldi e ho pagato per lui. Così è tornata la calma e io ho potuto ammonire il ragazzo. Dopo qualche giorno ripasso da quelle parti: una persona mi riconosce, mi ferma e, ricordando l'episodio delle sigarette, ringrazia per l'esempio che ho dato.

K.Y. - Camerun



Don Jo (Joseph) Dwight



P.s.
Forse troverete interessante i tre nuovi documenti che ho messo sui miei blog:

Il Piano Massonico Per La Distruzione della Chiesa Cattolica


La “Profezia” di San Francesco (Assisi)


Le Profezie di Beata Anna Katherina Emmerick


giovedì 3 ottobre 2013

Romani 13,8




«Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge» (Rm 13,8)


CHE COS’E’ AMORE VERO E CHE COS’E’ AMORE FALSO?

TUTTE LE VIRTÙ DEVONO ESSERE GOVERNATI DALLA VIRTÙ DELLA PRUDENZA, altrimenti tutte le altre virtù non sono più virtù. San Tommaso d’Aquino ha classificato la prudenza come la prima virtù cardinale, perché si riguarda con l’intelletto. Aristotile ha definito la prudenza coma “la ragione giusta applicata alla pratica”. E’ la virtù che ci permette di giudicare correttamente ciò che è giusto e ciò che non è giusto in qualsiasi situazione. Quando ci spagliamo il male per il bene, non stiamo esercitando la prudenza – in fatti, facciamo vedere la nostra mancanza di essa. Perché è così facile di cadere in errore, la prudenza ci richiede di cercare il consiglio degli altri, particolarmente quelli che sappiamo di essere di giudizio sano di moralità. Ignorando il consiglio o gli avvertimenti degli altri di cui i loro giudizi non coincidono con i nostri è un segno di imprudenza. La prudenza “guida le altre virtù stabilendo le regole e le misure” (CCC 1806; vedete anche: Somma Teologica II-II Q47-51).

SE UNO PARLA ABITUALMENTE SOLTANTO CHE DIO È TUTTO MISERICORDIOSO senza parlare di, nello stesso discorso e nello stesso contesto, “va’ e non peccare più”, come Gesù ha fatto nei Vangeli (Gv 5,14; 8,11), c’è una grande tendenza di prendere la via facile di non cercare di cambiare la vita propria con l’aiuto di Dio. Se una parla soltanto di “va’ e non peccare più”, senza parlare, nello stesso discorso e nello stesso contesto, la misericordia infinita di Dio, si può facilmente cadere nel abbattimento o la disperazione. Qui è dove l’inganno nascosto sta che causa grande danno, di non presentare gli elementi essenziali della rivelazione di Dio, per una situazione particolare o una tema, insieme nello stesso discorso e nello stesso contesto!

SATANA CERCA CONTINUAMENTE DI SCONVOLGERE QUESTO EQUILIBRIO; se non teniamo conto gli insegnamenti della Chiesa in riguardo alla manutenzione dell’equilibrio in questi campi importanti, grande danno è fatto alle anime individui, alle comunità e alla Chiesa intera, e quindi al mondo intero.

DI NUOVO È NECESSARIO A RIFERIRSI AGLI INSEGNAMENTI DEL MAGISTERO DELLA CHIESA PER L’EQUILIBRIO GIUSTO e l’interpretazione giusta, altrimenti possiamo così facilmente andare con la mentalità del gruppo che ha trascurato lentamente questa guida divina, e ha scivolato nell’ecumenismo falso o la misericordia falsa della compassione malconsigliata, mentre si dimentica che ognuno deve essere anche “prudenti come i serpenti” (Mt 10,16), e studiare i documenti della Chiesa regolarmente e spesso. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (pubblicato 1992) era un grande dono ai fedeli della Chiesa, ma pochissimi cattolici hanno una copia di questa guida preziosa nelle loro case proprie. Quanti pastori trascurano di parlare del peccato mortale e le sue conseguenze terrene e eterne, soprattutto di quei peccati mortali più comuni oggi? E’ questo amore vero, o è questo amore soltanto per questa vita molta corta mettendo da parte il criterio di salvezza eterna secondo la rivelazione divina?

SE I GENITORI DICONO AI LORO FIGLI SOLTANTO CIÒ CHE I FIGLI VOGLIONO SENTIRE, i figli saranno pronti di confrontare un mondo molto difficile pieno delle tentazioni e dei tranelli? Tali figli, con genitori imprudenti gravemente e negligenti, non sono allenati come buoni soldati o buoni atletici per poter vincere, per vincere la salvezza eterna nella “lotta tremenda” della vita (CCC 409). Tali genitori, e tali preti e vescovi, non ci hanno preparati per questa “lotta tremenda” e quindi non siamo allenati per rinforzare i nostri muscoli spirituali di difesa contro gli attacchi sottili e astuti di Satana. La Madonna ha esortato spesso i fedeli di pregare per i sacerdoti e per i vescovi.

Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo ch’è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio. Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: “SONO TUTTI CANI MUTI, INCAPACI DI ABBAIARE” (Is 56,10) … Cos’è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d’Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell’infedeltà fu detto: “I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte” (Lam 2,14)…” (San Gregorio Magno, papa; Ufficio delle letture; domenica 27, TO).

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Un’Esperienza di Vita:

L'altro giorno eravamo tornati a casa così stanchi e tesi che abbiamo perso il controllo ed abbiamo discusso in maniera talmente forte che ho avuto persino paura della reazione di mio marito; davvero ho pensato che il nostro matrimonio fosse proprio arrivato alla fine.

Ho cercato poi, come ho potuto, di "ricucire" quella situazione, ma lui era molto arrabbiato per il mio modo di fare che era stato più forte delle mie stesse parole.

L'indomani avevo un impegno: sarei dovuta andare ad aiutare una famiglia molto povera. Ma subito ho pensato che diventava una scappatoia andare se prima non chiedevo perdono a chi si sentiva offeso a causa del mio comportamento.

Ho gettato via quell'autodifesa che avevo in fondo al cuore, quei pensieri inutili che mi suggerivano: "In fondo anche lui ha la sua parte di torto, mi sembra che sia stato lui a cominciare, io era così stanca...".

Sapevo che proprio quel giorno mio marito aveva un incontro molto importante e avevo un certo timore della sua reazione dato che la sera precedente non mollava... ma... gli ho telefonato e gli ho chiesto perdono. Lui mi ha perdonato e con quella libertà che ti dona il sentirti perdonato ed amato, andare a cercare "di fare qualcosa di buono" aveva senso!

F., Panama


martedì 3 settembre 2013

1 Giovanni 3,18

«Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18).

La prima domanda che abbiamo imparato dal catechismo da bambini era: Perché Dio ti ha creato? E abbiamo risposto: Per conoscere, amare e servire Dio. OGGI È TOTALMENTE ROVESCIATO: la religione esiste per tantissime persone per servire me, non per aiutarmi a servire Dio, non per aiutarmi a scoprire la volontà di Dio dagli insegnamenti della Chiesa guidata dal Papa (Mt 16,18), non per aiutarmi a fare la volontà di Dio con l’aiuto della preghiera e dei Sacramenti (come diciamo nel Padre Nostro: “Sia fatta la TUA Volontà”!). La grande maggioranza delle persone oggi non vogliono fare neanche il primo passo di scoprire ciò che Dio vuole. La loro filosofia di vita è: “Occhio non vede, cuore non duole”! Non duole oggi, ma domani, e dopo la morte?!? Gli ultimi Papi ci dicono che il peccato più grave oggi è che abbiamo perso il senso del peccato. Si fida in se stesso e non in Dio-Amore! “Gesù confido in Te!” (Santa Faustina).

Una maestra ha chiesto una bambina che cos’è amore. La bambina ha risposto semplicemente che amore vuol dire di voler stare insieme e passare tempo insieme con quelle che si ama. Quanti genitori, e in particolare, i padri dei bambini, passano pochissimo tempo con i loro bambini. Se una ragazza non riceve l’amore vero dal padre, dopo lei accoglie facilmente amore falso dai ragazzi che vogliono sfruttarla per il loro egoismo e piacere. Se un ragazzo non riceve l’amore vero dal suo padre, il ragazzo cerca di attirare attenzione del padre nel cercare il successo nel fare invece nel essere, nell’amicizia semplice di amore vero fra babbo e figlio. Se non c’è la presenza del padre affatto, c’è il pericolo che il bambino si identifica con la mamma e di sviluppare il disordine di omosessualità in cui i rapporti con altri ragazzi omosessuali non è di altruismo ma di egoismo, perché il ragazzo non ha mai ricevuto amore vero di altruismo da un modello maschio nella sua famiglia. Ecco come i padri delle famiglie possono amare “con i fatti e nella verità”, di amare i loro figli come i padri vogliono essere amati, come i figli vogliono essere amati, e soprattutto di stare insieme nella semplicità di volersi bene con l’aiuto di Dio.

Se una persona non ha ricevuto amore vero nella famiglia, come può amare gli altri? Siamo nati nel peccato originale, nel egoismo; senza la preghiera e se nessuno offrire in prima persona amore vero, non di soltanto parole vuote, è molto difficile di uscire dalla fossa del egoismo mascherato. Quindi miei fratelli e mie sorelle, preghiamo tanto e offriamo i piccoli sacrifici (“i fioretti”) per quelli che non hanno ricevuto questo amore autentico dalla famiglia, che sono molto numerosi oggi! Ma la cosa più fondamentale è di passare più tempo possibile con il Prigioniero Divino nel tabernacolo, che ci da goccia per goccia latte divino per avere un rapporto sempre più profondo con Lui, senza il quale è impossibile di avere un rapporto o amicizia umana basata sul amore vero di altruismo, non egoismo mascherato. Poi quando abbiamo quel opportunità di amare concretamente, amiamo fino in fondo al punto di essere pronto di dare la vita per Gesù che sta in ogni fratello che ci presente durante il giorno, in particolare quelli in casa, non soltanto quelli dall’altra parte della strada con cui non viviamo nella stessa casa!

Il mondo può più facilmente sopravvivere alla sparizione della luce del sole, che alla sparizione del sacrificio della Messa”, Santo Padre Pio.

"Il Rosario è l’arma per questi tempi”, Santo Padre Pio.

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Un’Esperienza di Vita:

Abito vicino al muro che è stato costruito nel mio Paese per dividerci tra arabi ed ebrei. Lo vedo ogni giorno aprendo la finestra della mia stanza. Lungo la strada, poi, ci sono dei posti di blocco dove i soldati fermano chiunque voglia passare per controllare i documenti, così andare a scuola, visitare i parenti o amici diventa un'impresa avventurosa...!

Mi viene l'agitazione ogni volta che i soldati ci fermano, ma poi mi ricordo che posso offrire la mia paura a Gesù e che quel soldato è un uomo come me, quindi devo amarlo.

In questo modo sento che Gesù diventa tutto per me e, dandomi la forza di ricominciare ogni giorno, il peso delle difficoltà si fa più leggero.

Juliana, Terra Santa


venerdì 2 agosto 2013

Luca 6,32



«Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» (Lc 6,32).


Amare i nemici” (Lc 6,27)!. Come si fa? E solo, è tutto divino. Davvero qui si vede la grandezza della "buona notizia ", una notizia sconvolgente.

Nel libro di Samuele, capitolo 26, ci racconta un episodio dell'antico testamento dove si vede già lo stile di chi perdona ed ama come fa Dio, che fa piovere sui buoni e sui cattivi (Mt 5,45). Infatti il primo libro di Samuele descrive un generoso perdono, quello di Davide che non uccide il Re Saul, il quale invece aveva minacciato la sua vita. Davide ha uno sguardo più alto, vede le cose da Dio, vede nel Re Saul il consacrato del Signore, per questo ne rispetta la dignità e la vita.

Sì, quando un uomo perdona dimostra il suo essere figlio di Dio, di un Padre che ama tutti, che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. In questo modo il cristiano realizza in sè "l'immagine dell'uomo celeste" come nota san Paolo.

"Amare i nemici". Quest'imperativo fa parte di una serie d'indicazioni con le quali Luca mette in evidenza il nuovo modo di amare del discepolo di Cristo, un amore senza limiti, un amore che supera la logica del dare e ricevere per assumere lo stile di Dio. La generosità di Dio infatti è assoluta e l'amore di Dio senza limiti. Un amore che raggiunge anche il nemico.

Allora l'amore al nemico è l'ultima frontiera di una misericordia illimitata. Amare così ci fa simili a Dio, realizza pienamente l'immagine dell'uomo celeste.

Però dobbiamo anche ricordare ciò che San Tommaso d’Aquino ha scritto: “Affermare raramente, negare di rado, distinguere sempre.” Oggi in tanti paesi nel mondo, i governi stanno spingendo avanti fortemente le leggi contro “l’omofobia” nonostante che è contro la volontà della maggioranza del popolo dei paesi. Questa parola “omofobia” neanche esisteva pochi anni fa! Gesù ci ha insegnato di amare il peccatore ma odiare il peccato. Ma i non credenti, o i “credenti” che non praticano la loro fede, che sono nella grande maggioranza oggi, non distinguano fra il peccatore e il peccato, e allora, accusano i veri cristiani di odiare le persone con la tendenza di omosessualità. Ben presto sarà una vera persecuzione all’aperto contro tutti che esprimano apertamente, anche nelle chiese, che è un peccato grave, l’atto di omosessualità, che fa male non soltanto alla persona che fa questo atto immorale, ma anche alle famiglie ed a tutta la società. Dimentichiamo così facilmente che cosa è successo a Sodoma e Gomorra (Gen 19)!

Amore vero del nemico vuol dire di voler il vero bene del nemico qui sulla terra ma anche per tutta l’eternità. Tantissime persone oggi, anche tanti responsabili religiosi e genitori, cercano di accontentare e di soddisfare i desideri della carne delle persone senza distinguere se è un peccato o no, se fa veramente bene alle persone o no. Questo è amore false e distruttivo; questo è amore malconsigliato! Pochi responsabili religiosi oggi hanno il coraggio del primo Papa, Pietro, il giorno della nascita della chiesa, Pentecoste, di dire: “Voi avete crocifisso Gesù” (Atti 4,10), “l’autore della vita” (Atti 3,16), con i vostri peccati gravi, mortali!

Gesù ha detto agli apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). La Madonna ci chiede continuamente di pregare per i sacerdoti e i vescovi e il papa, perché c’è una grande tentazione oggi, con tanti persone plagiati dal mass media, le scuole e quasi tutte le istituzione religiosi, quasi tutti sotto il controllo dalla forze del male, di accettare questo “amore” falso e devastante. Perciò è molto più facile, nel nome di “amore” (falso), di vivere la parte più facile delle parole di Gesù, di essere “semplici come le colombe”: “Occhio non vede, cuore non duole”! E’ difficile di andare contro corrente oggi, di cercare la Verità con fatica, con lo studio e con la preghiera assidua, per poter essere anche “prudenti come i serpenti”!

Uno degli atti di carità più importante soprattutto oggi e che manca molto oggi, in particolare dai preti, dai vescovi e dai genitori, è di far riconoscere, odiare e superare il peccato. Ma tantissime responsabili hanno sacrificato l’eternità sull’altare del rispetto umano proprio perché tantissimi “cristiani” non vogliono riconoscere, odiare e superare i loro peccati che si sono lasciati abituati!

E’ vero ciò che noi sacerdoti “abbiamo studiato nella teologia pastorale della necessità della “legge della gradualità”. Ma mi risulta che i papi recenti, nel mondo di oggi, ci ammoniscono di essere di guardia non tanto sulla mancanza di applicare la “LEGGE DELLA GRADUALITÀ” ma del pericolo della “GRADUALITÀ DELLA LEGGE”, che deve essere rifiutata in quanto riduce il valore della legge ad un mero ideale.” (Visitate: “Una Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello”; http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).

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Un’Esperienza di Vita:

Nel mio Paese, per più di un secolo, le duecento minoranze etniche hanno vissuto in pace e in armonia.

Nello stesso periodo in cui a New York crollavano le Torri, anche in Nigeria è scoppiata la guerra civile a causa dei contrasti tra le etnie, tra cristiani e musulmani, con saccheggi e stragi da entrambe le parti.

Il governo ha cercato di riportare l'ordine ma, non riuscendovi, sia i cristiani che i musulmani hanno formato truppe di sorveglianza. Anch'io ero in uno di questi gruppi e combattevo dalla parte dei cristiani.

Una sera, durante un giro di controllo, ci siamo imbattuti in un gruppo musulmano. Avevamo accerchiato i nostri nemici. La maggioranza dei cristiani ha suggerito di ucciderli. Ma io non potevo farlo: il Vangelo dice che dobbiamo amare tutti, siano essi cristiani, musulmani o buddisti. E amare anche i nemici.

Ho chiamato il nostro capo-gruppo ed ho proposto a lui e agli altri di risparmiare le loro vite, non perché non ci avessero fatto del male, ma perché quelli dell'altra etnia sono, come noi, figli di Dio. Queste parole hanno colpito tutti e le vite di quei ragazzi musulmani sono state risparmiate.
Ero felice perché, anche se eravamo nemici, la volontà di Dio per i suoi figli è che ci amiamo come fratelli.

Sumnei, Nigeria

lunedì 1 luglio 2013

Galati 5,14


«Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» (Gal 5,14)


L’amore secondo Gesù e l’amore secondo la nostra cultura che ci circonda oggi sono totalmente opposti. Se una persona non combatte ogni giorno con tanta preghiera e la meditazione sulla parola cercando di vivere la parola insieme con altri cristiani veri, facilmente, anzi, automaticamente, si scivola nella mentalità di questo mondo che sfrutta gli altri con gli egoismi nascosti e mascherati.

Quest’amore di altruismo, invece di “amore” (falso!) di egoismo, ci viene esemplificata attraverso il racconto del Samaritano buono. La via di una nuova umanità è quella che passa per la trasformazione del cuore, dall'indifferenza al riconoscere l'altro, al prendersi cura del fratello che ha bisogno di noi. Perché il Dio che amiamo e nel quale poniamo tutta la nostra fiducia è così: Dio è colui che ha compassione dell'uomo, è colui che in Gesù si è fatto prossimo a ciascuna delle sue creature.

Gesù conclude il racconto del buon Samaritano ordinando: "Va', e anche tu fa' così". Qui Gesù non ribadisce una legge. Fa invece un annuncio evangelico: in lui, il Samaritano, Dio si è preso cura di me e mi ha amato; perché anch'io, guarito dal mio male, possa amare lui con tutto il cuore e i fratelli come me stesso. Se Gesù infatti è la Parola diventata vicina perché la si possa mettere in pratica, allora il farsi prossimo non è più, per nessuno, una meta lontana, irreale o irraggiungibile. Se Gesù, il Samaritano, si è preso cura di me e mi ha amato, anch'io posso amare Dio e il prossimo, anch'io posso farmi solidale con chi è nella difficoltà. E si ama veramente il prossimo se lo si guarda con gli occhi stessi di Dio.

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Un’Esperienza di Vita:

Un giorno scompaiono le chiavi di casa, lo stipendio del marito e altri oggetti di valore. Chi sarà stato? L'autore del furto deve essere necessariamente qualcuno vicino alla famiglia…Questo provoca in Mirta Zanella (Argentina) una grande sofferenza, tanto da non riuscire neppure a pregare. Poi, ricordandosi che Gesù invita a perdonare, lo fa, anche per la persona che l'ha derubata. Dopo alcuni giorni si viene a sapere che una signora in difficoltà che chiedeva l'elemosina nel quartiere e con la quale esisteva da tempo un cordiale rapporto, ha rubato in casa di una vicina: mentre lei la minacciava con una pistola, il marito portava via la refurtiva. Anche Mirta, qualche tempo dopo, riceve da questa donna pesanti minacce e per difendersi chiama la polizia. La donna, viene arrestata e, riconosciuta colpevole di vari delitti, condannata a 17 anni di carcere.

Nei mesi seguenti il marito suggerisce a Mirta di andare a trovarla in carcere. "Neppure per sogno!", risponde anche perché ha paura… Poco tempo dopo una nuova richiesta: stavolta è un sacerdote della parrocchia, che le propone di andare con un gruppo di altre signore nel carcere femminile dove, tra l'altro, è reclusa anche la donna che l'ha derubata. Un po' confusa, Mirta accetta, ricordandosi della parola del Vangelo: "Andate dunque ed imparate cosa significhi: misericordia io voglio e non sacrificio". Si reca quindi, con il gruppo, alla prigione e alla conclusione della Messa vede la donna. È un attimo: decide di salutarla con un abbraccio. "Lei si mette a piangere e mi chiede perdono – racconta Mirta -. Le rispondo che il Signore l'ha già perdonata e anch'io. Mi chiede di pregare per i suoi figli e le prometto che lo farò".

venerdì 7 giugno 2013

1 Pietro 2,20


«Se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà grazia davanti a Dio» (1 Pt 2,20).

MISTERIOSA REALE SOLIDARIETÀ

Chi appartiene a Cristo deve vivere fino in fondo tutta la vita di Cristo. Deve crescere sino alla maturità di Cristo, (...) passare per il Getsemani e per il Gòlgota. E tutte le sofferenze che possono venir gli dall'esterno sono nulla a paragone della notte oscura dell'anima, quando la luce divina non brilla più e la voce del Signore non si ode più. Dio è sempre là, ma sta nascosto.

Le sofferenze e la morte del Cristo proseguono nel suo Corpo mistico, e in ognuno delle membra di esso. Soffrire e morire è il destino di ogni uomo. Ma se egli è un membro del Corpo mistico di Cristo, il suo soffrire e il suo morire assumono per tramite della divinità del capo un valore espiatorio, co-redentivo.

Così, colui che è legato a Cristo persevererà inconcusso anche nella notte oscura della soggettiva lontananza da Dio e assenza di Dio; forse l'economia divina della salvezza impiega i suoi tormenti per liberare qualcuno che è oggettivamente incatenato dal peccato. Perciò voluntas tua! Anche, e anzi proprio in seno alla notte più tenebrosa.

Edith Stein
(La vita come totalità, Città Nuova, Roma 1990, pp. 204-205)

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Un’Esperienza di Vita:

Avevo accumulato stress. Per un po' sono riuscito a non farlo pesare in famiglia, ma ad un certo punto mi sono reso conto che c'era tensione tra Elke e me e questa si rifletteva sui bambini. Bastava un niente per farli litigare e in più non accettavano nessuna regola. Inoltre non avevo più il tempo e la calma per fare le piccole cose di casa, come ad esempio preparare la lavastoviglie, come è mio solito fare, o sparecchiare, ecc. Così non potevo continuare.

Ho cominciato a parlare a cuore aperto con mia moglie, le ho detto tutto ciò che mi pesava: gli sbagli fatti, le mie preoccupazioni, il non riuscire, insomma tutto. Insieme ci siamo aiutati, ci siamo ricordati una frase del Vangelo: "Gettate ogni preoccupazione in me...". Questa situazione particolare rimaneva, ma era affrontata diversamente: ho dato a Dio le preoccupazioni ed a me sono rimaste le sole occupazioni. Con Elke ci siamo rivisti nuovi, non guardando più gli sbagli commessi. Ora in casa si respira: i bambini sono sempre vivaci, ma in pace.

A.P., Germania


venerdì 3 maggio 2013

Luca 6,38


Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo” (Lc 6,38)


Vedendo le folle, Gesù ne sentì compassione” (Mt 9,36); esprime tutto l’amore di Gesù per gli uomini brancolanti nel buio. Amore che Egli ha ricevuto dal Padre: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8).

E nel chiamare e nel mandare i suoi apostoli, Gesù li rende partecipi dello stesso amore appassionato e gratuito per gli uomini: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).

L’amore evangelico ha come prima caratteristica la gratuità, il prendere l’iniziativa, il non aspettare che sia l’altro a fare il primo passo, il non lasciarsi inquinare da calcoli e da interessi.

La gratuità è anche la condizione per annunciare il Vangelo con efficacia.

Se la gratuità è la prima qualità dell’amore, la povertà ne è la veste e l’alveo dove può scorrere. Gratuità e povertà si sono sposate sulla Croce, massima manifestazione di Gesù e del suo Vangelo. La Chiesa è chiamata a percorrere la stessa strada.

Teresa di Calcutta dichiarava che nella sua povertà estrema mai sono mancati un letto e una culla per accogliere i più poveri. Mentre, quando la gratuità e la povertà vengono meno, si esperimenta la sterilità. Chiara Lubich scrive: “Se un gruppo di uomini fossero veri servi di Cristo nel prossimo, presto il mondo sarebbe di Cristo”. L’amore gratuito è efficace ed ha una forza di attrazione irresistibile, perché lascia trasparire l’onnipotenza di Dio.

Dio non si lascia mai essere vinto nella generosità!

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Un’Esperienza di Vita:

Una sera mio marito torna a casa con la notizia che avremmo ricevuto una somma di denaro come eredità di una nostra parente. Mentre festeggiavamo l’inaspettata piccola fortuna, uno di noi dice: “Non possiamo tenerla solo per noi, sarebbe bello condividerla con chi ha bisogno”.

La sera successiva veniamo a sapere che una famiglia giunta in Italia dal Ruanda ha bisogno di aiuto. Abbiamo così trovato subito a chi donare la metà della somma ricevuta. Il nostro gesto ha poi suscitato in altre famiglie il desiderio di fare qualcosa. Di lì a poco abbiamo organizzato insieme una tombola il cui ricavato è stato donato per lo stesso scopo.

F. G., Italia


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Don Jo

venerdì 5 aprile 2013

Giacomo 5,9





«Non lamentatevi fratelli gli uni degli altri» (Gc 5,9)


Il Signore è vicino: è il messaggio che ci viene in questo brano dalla lettera di San Giacomo. Certamente, guardando a ciò che ci sta intorno, non sembrerebbe vero: quante violenze, ingiustizie e sopraffazioni!

L’apostolo Giacomo invita i cristiani del suo tempo, che vivevano tra le difficoltà, alla pazienza e a rinfrancare l’animo e propone come esempio e stimolo le figure dell’agricoltore e del profeta. Il primo attende pazientemente le piogge autunnali e quelle primaverili. Il suo lavoro dipende da esse e non può fare nulla senza di esse. L’agricoltore palestinese era così aperto a quest’azione di Dio che le benedizioni delle piogge divennero proverbiali... come divenne proverbiale la sua pazienza. L’esortazione alla pazienza ha come centro la necessità di evitare la mormorazione e le proteste per vivere il precetto dell’amore vicendevole. L’altro esempio che san Giacomo presenta ai suoi lettori è quello dei profeti che sopportano il dolore, la persecuzione e, a volte, la morte. Tutto accettano pazientemente perché hanno compreso che “la venuta del Signore è vicina”.

Come possiamo accogliere e fare nostro questo messaggio? Esso ci invita a cogliere, fra le pieghe della storia, il positivo, il bene, i semi del Verbo, cioè i segni della presenza di Cristo. C’è del bene: apprezziamolo e facciamolo crescere. Questo ci rinfranca, ci ridona coraggio: mette cioè un raggio di luce, che è la luce di Dio, nel nostro cuore. Ci comunica nuove energie e il cuore diventa capace di essere come quello di Dio, sempre pronto ad amare.

I cristiani non sono di coloro che si lamentano, ma sanno portare la luce che hanno in cuore negli ambienti dove vivono: in famiglia, nel lavoro, nel tempo dello svago e del riposo, con gli amici. Sono una presenza positiva, perché il Signore è vicino. E con Lui non si può essere giù. Come i discepoli di Emmaus: “Non ardeva forse il nostro cuore quando lungo la via ci parlava e ci spiegava le Scritture?”.

Ma qualche volta, per amore vero, dobbiamo dire come Gesù ha detto ai discepoli di Emmaus: “Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc 24,25-26).

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Un’Esperienza di Vita:

In un bar qui in Italia, che vende anche le riviste, dove vivo e dove vado per una tazza di caffè dopo la mia Messa quotidiana, una delle mogli (co-proprietario del bar, due famiglie proprietari), stava parlando del calendario, che vendono, con una donna completamente nuda sul davanti. Ho detto a lei che dovrà rendere conto a Dio dopo la sua morte per la vendita di materiale pornografico nel suo negozio. Lei non era felice con me e divenne frustrata. Allora ho detto a lei che noi uomini, come Dio ci ha creati, quando abitualmente guardiamo pornografia senza pentirsi e cercare di cambiare la nostra vita, cominciano a considerare le donne come gli oggetti di piacere, invece di persone ad apprezzare e di stimare. Ha detto con indignazione: “Ma chi dice questo?” Ho risposto, Papa Paolo VI nel Humanae Vitae! Allora ho detto a lei che quando i mariti, che sono abituati a guardare la pornografia, fare l'amore con le loro mogli, fanno l'amore con l'immagine della pornografia nella loro testa, non con le loro mogli, che è un vero tradimento! Gli italiani, in generale, sono molto abili a fare tutto banale anche le cose più sacre della nostra fede.

Quando una ragazza sfrutta il suo corpo mezzo nudo come l’esca, lei attira i pesci che sono interessati nel suo corpo; quando uno di questi pesci si stufa del suo corpo, lui va ad un altro corpo e lei cade nella depressione e si domanda perché?!? Se lei si copre modestamente il suo corpo e sfrutta il mistero della sua personalità che Dio l’ha data, lei attirerà uomini che sono interessati nel suo carattere unico che è irrepetibile e quindi quest’attrazione durerà una vita intera, con l’aiuto della preghiera, e nell’eternità! Questo non è facile quando la grande maggioranza dei pesci maschili sono diventati intossicati, fino al punto di modificare i loro cervelli, con la pornografia e quindi sono plagiati e stimolati fortemente di cercare ciò che vedono nelle riviste pornografici, i corpi perfetti che non esistono. Le ragazze finiscono di cercare di competere con i modelli truccati, mascherati e camuffati perfettamente e finiscono di fare le diete i tanti altri tipi di esercizi corporali.

Nel nome di “liberazione femminile” le donne sono state veramente imbastardite e hanno rinunciato la loro dignità data da Dio per essere valutate secondo la posizione giusta del loro tessuto di grasso e di carne del loro corpo (come i bestiami messi all’asta) perché hanno bevuto il slogan allettante e ripetuto continuamente del “padre della menzogna” (Gv 8,44) che ci dice che il nostro valore è soltanto quello visibile e che Dio ci toglie la nostra libertà e la nostra felicità. Soltanto se le donne e gli uomini cercano, trovano e abbracciano l’Autore e il Datore della loro bellezza e dignità intrinseca possano sfuggire da e venire fuori da questo tunnel atroce dell’inganno per trovare la libertà, la gioia, la pace e felicità vera e duratura. Il primo comandamento di Satana è: “Non deve soffrire; evitare la sofferenza a tutti i costi!” Mentre l’Autore della vita ci dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e me segua” (Mt 16:24; Mc 8,34; 10,21; Lc 9,23). Non c’è la Pasqua senza Venerdì Santo; non c’è la risurrezione senza la passione e la crocifissione nelle nostre vite personali in unione con Lui che ci ama più che tutto l’amore degli altri messo insieme, Gesù Cristo! Importava ai proprietari di questo bar di scoprire la collegamento fra la pornografia e il danno e la distruzione alle persone, alle famiglie e alla società? “Occhio non vede, cuore non duole”, al meno per l’egoismo, senza nessuna preoccupazione per gli altri se non sono beccati e poi soltanto per salvare la faccia! Ipocriti! C’è “occhio non vede, cuore non duole” per l’eternità, o Gesù ha ragione quando ha detto: “La verità vi fa liberi” (Gv 8,32)? “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno… Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono (nell’inferno), sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno” (Diario di Santa Faustina, 741).

La nostra cultura della morte non ha aiutato i nostri ragazzi di diventare uomini veri che rispettano le donne ma piuttosto penosi codardi mascherandosi come “Rambo” cercando solamente di usare le donne per i loro piaceri egoistici, invece di sacrificarsi per il vero bene degli altri come fanno veri uomini! E’ molto difficile oggi sia per la ragazza sia per il ragazzo di andare contro corrente, una vera valanga, fortemente promossa, di egoismo sfruttando ognuno a vicenda per masturbarsi che porta, alla fine, di eliminare i deboli che non soddisfano i desideri egocentrici e i piaceri lussuriosi dei forti. Nei paesi più ricchi del mondo stiamo veramente vivendo la “cultura della morte” (Evangelium Vitae, da Papa Giovanni Paolo II)!

Una settimana dopo questo incidente al bar, il marito di questa donna ha messo un poster (circa 100x70 cm) di una donna completamente nuda fuori all'ingresso del suo bar in vista pubblica. Quando ho protestato si giustificò con un atteggiamento di arroganza e di ridere di me dicendo che Dio ha creato le donne belle e allora perché non le guardiamo? Poi tirò fuori un'altra copia di quello che ha postato fuori dal suo bar per mostrarmi da vicino all'interno del bar. Gli ho detto che secondo la sua logica allora gli uomini dovrebbero guardare le belle donne nude e poi lasciare le loro mogli e spezzare la famiglia e lasciare i bambini abbandonati! Ha continuato a scherzare e ridere di me. Sono ancora più triste che il Pastore della parrocchia, che era presente, si limitò a sorridere e ridere alle battute non appropriate in modo da essere d'accordo con tutti, come il suo modo di trattare gli altri in un modo piacevole e non essere in disaccordo con nessuno! Questo pastore è molto generoso e gentile, ma mi sembra che la sua definizione di "amore" è cercare di offrire ciò che vuole la gente in modo che le persone sono felici; quando vi è un conflitto di interessi tra quello che pensa che la gente vuole e ciò che si legge nella Bibbia come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, lui ignora o mette da parte ciò che la gente non vuole sentire.

Mi pare che in questa situazione si può applicare le parole di Cristo a Pietro, il primo Papa: “Lungi da me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16,23).

L'amore al nemico è l'ultima frontiera di una misericordia illimitata. Amare così ci fa simili a Dio, realizza pienamente l'immagine dell'uomo celeste.

Però dobbiamo anche ricordare ciò che San Tommaso d’Aquino ha scritto: “Affermare raramente, negare di rado, distinguere sempre.” Oggi in tanti paesi nel mondo, i governi stanno spingendo avanti fortemente le leggi contro “l’omofobia” nonostante che è contro la volontà della maggioranza del popolo dei paesi. Questa parola “omofobia” neanche esisteva pochi anni fa! Gesù ci ha insegnato di amare il peccatore ma odiare il peccato. Ma i non credenti, o i “credenti” che non praticano la loro fede, che sono nella grande maggioranza oggi, non distinguano fra il peccatore e il peccato, e allora, accusano i veri cristiani di odiare le persone con la tendenza di omosessualità. Ben presto sarà una vera persecuzione all’aperto contro tutti che esprimano apertamente, anche nelle chiese, che è un peccato grave, l’atto di omosessualità, che fa male non soltanto alla persona che fa questo atto immorale, ma anche alle famiglie ed a tutta la società. Dimentichiamo così facilmente che cosa è successo a Sodoma e Gomorra (Gen 19)!

Amore vero del nemico vuol dire di voler il vero bene del nemico qui sulla terra ma anche per tutta l’eternità. Tantissime persone oggi, anche tanti responsabili religiosi e genitori, cercano di accontentare e di soddisfare i desideri della carne delle persone senza distinguere se è un peccato o no, se fa veramente bene alle persone o no. Questo è amore false e distruttivo; questo è amore malconsigliato! Pochi responsabili religiosi oggi hanno il coraggio del primo Papa, Pietro, il giorno della nascita della chiesa, Pentecoste, di dire: “Voi avete crocifisso Gesù” (Atti 4,10), “l’autore della vita” (Atti 3,16), con i vostri peccati gravi, mortali!

Gesù ha detto agli apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). La Madonna ci chiede continuamente di pregare per i sacerdoti e i vescovi e il papa, perché c’è una grande tentazione oggi, con tanti persone plagiati dal mass media, le scuole e quasi tutte le istituzione religiosi, quasi tutti sotto il controllo dalla forze del male, di accettare questo “amore” falso e devastante. Perciò è molto più facile, nel nome di “amore” (falso), di vivere la parte più facile delle parole di Gesù, di essere “semplici come le colombe”: “Occhio non vede, cuore non duole”! E’ difficile di andare contro corrente oggi, di cercare la Verità con fatica, con lo studio e con la preghiera assidua, per poter essere anche “prudenti come i serpenti”!

Uno degli atti di carità più importante soprattutto oggi e che manca molto oggi, in particolare dai preti, dai vescovi e dai genitori, è di far riconoscere, odiare e superare il peccato. Ma tantissime responsabili hanno sacrificato l’eternità sull’altare del rispetto umano proprio perché tantissimi “cristiani” non vogliono riconoscere, odiare e superare i loro peccati che si sono lasciati abituati!

E’ vero ciò che noi sacerdoti “abbiamo studiato nella teologia pastorale della necessità della “legge della gradualità”. Ma mi risulta che i papi recenti, nel mondo di oggi, ci ammoniscono di essere di guardia non tanto sulla mancanza di applicare la “LEGGE DELLA GRADUALITÀ” ma del pericolo della “GRADUALITÀ DELLA LEGGE”, che deve essere rifiutata in quanto riduce il valore della legge ad un mero ideale.” (Visitate: “Una Lettera Aperta ad un Sacerdote Confratello”; http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).

A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E
Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" (Mt 19,25-26; Mc 10,27; Lc 18,27). Gesù non ha offerto i compromisi!

Quando I Giudei si misero a discutere tra di loro e hanno detto: “Come può costui darci la sua carne da mangiare? (Gv 6,52), e poi “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?” (Gv 6,66-67). Gesù non ha compromesso la Verità per accomodare le persone!

E’ interessante ciò che la Madonna ha detto dei nostri tempi:
Recitate ogni giorno, la preghiere del Rosario. COL ROSARIO, PREGATE PER IL PAPA, I VESCOVI E I SACERDOTI . L´opera del diavolo si infiltrerà anche nella Chiesa in tale modo che vedrete cardinali contro cardinali e vescovi contro altri vescovi. I preti che mi venerano saranno disprezzati e saranno opposti dai loro confratelli. La Chiesa e gli altari saranno danneggiati. LA CHIESA SARÀ PIENO DI QUELLI CHE ACCETTANO COMPROMESSI …”

Se la maggioranza dei preti locali indicano, in un modo o l’altro, che si può arrivare a paradiso senza passare per Calvario con Gesù, chi crederà l’unico prete in quella zona che spiega che questo è contrario all’insegnamento costante della Chiesa Cattolica e da tutti i santi? Se i genitori non sono uniti, un bambino accoglierà la parole del genitore che offre la via più facile. Questo è amore false, questo è compassione falsa, che non porta alla libertà vera (Gv 8,32) ma alla vera schiavitù e alla distruzione!

E’ vero che un pastore deve cercare di aiutare e di confortare quelli che soffrono. Cristo ha avuto grande compassione per i sofferenti. Ma quando si discerne che è la volontà di Dio di accettare e di abbracciare il dono di un piccolo pezzo della croce di Cristo, il pastore dovrebbe incoraggiare le persone di tenere bene gli insegnamenti veri di Cristo e non di mettere da parte gli insegnamenti della Sacra Scrittura spiegata dalla Chiesa. Il Curato d’Ars ha detto che un sacerdote dev’essere pronto di soffrire con e per ogni penitente che viene da lui nella confessione, nonostante che il santo Curato ha incoraggiato le persone di abbracciare con amore e fiducia le sofferenze che Dio manda ad ognuno di noi nella sua divina e amorosa provvidenza. Dobbiamo imitare Simone di Cirene di portare con Gesù la croce di Gesù, nonostante che alle volte ci sentiamo costretti di farlo (Mc 15,21).

Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (Col 1,24).

Questo stesso sacerdote apparentemente mite e umile, che non alza mai la voce in merito a nessuno, ha reagito con forza a me quando ho lodare una donna, Mary Ann Kuharski, con 12 bambini che ho visto su EWTN e che sta facendo un ottimo lavoro come direttore del Prolife in tutta l'America; la sua reazione era come se questa donna avesse fatto un torto grave, o era fuori di testa! Questo stesso pastore, dopo ho parlato dell'importanza di mantenere grande riverenza davanti al Dio infinito nell'Eucaristia durante la mia omelia nella Messa quotidiana in una chiesa in cui lui è il pastore, citando un paio di cose dai documenti della Chiesa come il Memoriale Domini (1969), ancora una volta ha reagito con forza fino al punto di quasi urlare contro di me al bar dopo la Messa. Quando gli ho chiesto se era sbagliato citare i documenti della Chiesa o i scritti dei papi, ha risposto con forza: “In questo caso, No"! Alla gente non piace a soffrire con più bambini di uno o due che dà soddisfazione ai genitori, ma non di più. Alla gente non piace a mantenere l'umiltà davanti al Santissimo Sacramento e perseverare nel non chiacchierare in chiesa con i loro amici.
Tanti così detto esperti della liturgia dopo il Concilio Vaticano II hanno ignorato o scartato la grande parte della sapienza di 2000 anni di tradizione e hanno spostato il punto della Liturgia verso le persone e la comunità invece di mantenere il punto primario sull’adorazione di Dio e la comunione con Dio nella Sacra Liturgia. Questa interpretazione incauta e erronea dei documenti del Concilio Vaticano II era piuttosto attraente ad un grande numero dei laici, preti e vescovi che sono adesso molto riluttanti nel accettare la riforma della riforma della Sacra Liturgia iniziato da Papa Benedetto XVI.

Ho scoperto che questo sacerdote parla ad altri circa il mio comportamento in questa situazione come fossi piuttosto strano, come se fossi da un altro mondo. Sembra che ci sono molti cattolici di oggi, che ho incontrato, che sono molto simili ai nostri fratelli protestanti perché sono tranquilli con la Bibbia, ma non con il Catechismo della Chiesa Cattolica. Mi è venuto in mente che è molto più facile interpretare le Sacre Scritture secondo i desideri e il proprio soggettivismo e i propri capricci che il Catechismo ufficiale della Chiesa cattolica! In altre parole è molto più facile di manipolare secondo i suoi capricci e i suoi desideri 10 comandamenti scritti brevemente nel capitolo 5 del libro di Deuteronomio che 505 paragrafi (CCC 2052-2557) dal Catechismo ufficiale della Chiesa Cattolica (1994)!

Questo modo meno problematica di accomodare i desideri delle persone è ciò che tanti sacerdoti e vescovi fanno per essere " corretti politicamente", per non agitare le acque, anche se Cristo ha sempre proclamato la verità piena, il pieno Vangelo, che gli ha portato alla sua crocifissione! Dopo aver visto il poster ancora fuori dal bar la mattina dopo ho detto nella mia omelia quella mattina che ho deciso di fare una Novena di Natale in cui non prenderei il cappuccino dopo la Messa ogni mattina, con l'intenzione di riparare per tutti dei peccati causati dalla pornografia. Ma dopo Natale ho continuato a non andare a questo bar. Quando ho visto la stessa moglie per strada qualche giorno dopo ha fatto gioco di me che mi chiedendomi se avevo paura delle donne nude! Ho detto che il mio Gesù soffre a causa della pornografia. Lei replicò indietro: "Ma che soffrire, ma che soffrire?!?”

Non è nel nostro tempo egoistico, nella "cultura della morte" (Evangelium vitae), che si sente gridato e promosso nei mass media la profezia di Gesù (l'ottavo "Stazione della Croce"): “Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! E ai colli: Copriteli! ("I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti." - Akita). Perché se trattano così il legno verde (quando tutto è facile in benessere e ricchezza; niente sacrificio nel dare la vita, la procreazione (Gen 1,28), come Dio nella creazione di noi!), che avverrà del legno secco? (Lc 23,29-31). In passato questa profezia è stata spesso applicata alle donne di Gerusalemme e quelli come loro nel futuro, che hanno compassione di Gesù nelle sue grandi sofferenze per noi. Gli economisti veritieri, che non promuovono la cultura della morte, ci dicono che uno dei fattori più importanti che causano l'attuale crisi economica è che per la prima volta nella storia del mondo e della Chiesa nei paesi più ricchi ci sono più nonni rispetto ai bambini che devono sostenere le pensioni di quelli in pensione.

Una settimana dopo Natale i sacrestani gemelli identici, che piacciano a chiacchierare con i loro amici al bar sugli eventi sportivi (tifosi della Juventus) e che erano felici con la mia presenza amichevole e aperta in questo bar nel passato, brontolò a me che avrei dovuto tornare a questo bar e fare la pace. Ho detto loro che questo sarebbe come fare la pace 2000 anni fa con i soldati che stavano scherzando e ridendo di Gesù sulla croce e ha offerto l'aceto a Gesù. Coloro che scherzano e ridono di questa "colpa grave" della vendita e la distribuzione di materiale pornografico stanno facendo lo stesso, come i soldati di 2000 anni fa, che hanno Gesù crocifisso! Ho aggiunto che tornerò a questo bar, se smettono di vendere la pornografia. Si mormorò a me: "Questo sarebbe difficile!" La mia scelta personale di cercare e di fare ciò che Gesù vuole in questa situazione era una sofferenza per me di non avere una tazza di cappuccino con amici ogni mattina dopo la mia Messa quotidiana!

Quando ho visto questa stessa moglie (co-proprietario del bar; due famiglie) ad un pranzo sociale, poche settimane dopo, mi disse che se ne parlassi più agli altri, lei verrà in chiesa e fare qualcosa mentre celebro la Messa. Le ho detto di portare la sua pistola e spararmi!

Pochi mesi dopo, quando ho visto una delle altre mogli (co-proprietario del bar), che era più simpatica verso di me (la sua mamma andava alla Santa Messa ogni giorno), al mercato settimanale, mi ha chiesto perché non vengo al bar più. Ho detto che se si ferma la vendita della pornografia nel suo bar tornerò subito. La sua espressione facciale ha rivelato che era un po’disorientata, che non era in grado di capire la mia motivazione per il mio comportamento! Come molti cosiddetti cristiani di oggi, totalmente immerso nel inganno grave e devastante del relativismo che ci circonda oggi in cui non c’è più la verità oggettiva e assoluta, come l'aria che si respira, non ha nemmeno entrato nella sua testa di cercare o di fare la domanda: quali sono gli effetti sugli altri causati nel vendere la pornografia per 4 quattrini, o che cosa vuole o desidera Gesù in questa situazione, o in questa situazione che cosa avrebbe dato piacere a Gesù, che ci ha dato tutto quello che abbiamo e perfino è morto per la nostra indifferenza e la nostra ingratitudine sulla croce?

Quando la gente mi chiede perché io non frequento più quel bar, do loro il seguente stampato su un piccolo pezzo di carta:
Lato 1:
Catechismo della Chiesa Cattolica:
2354. La PORNOGRAFIA consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo degli sposi l'uno all'altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro l'oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. E' una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.
Lato 2:
RELATIVISMO, secondo Papa Benedetto XVI, “è la difficoltà più profonda dei nostri tempi.”
Nella sua omelia alla Messa prima del conclave che l’ha presto eletto Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Ratzinger ha detto: “Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. SI VA COSTITUENDO UNA DITTATURA DEL RELATIVISMO che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.”

Quando ho offerto una copia scritta, mentre camminavo per la strada davanti alla posta, della spiegazione perché non frequento più quel bar al proprietario del bar che ha messo il poster di una donna completamente nuda fuori all'ingresso del suo bar, mi ha sorriso e preso in giro come fosse una specie di cretino. Ma dopo più di quattro mesi dopo l’avvenimento, mentre camminavo davanti al suo bar mentre lui era seduto fuori con qualcun altro, ho detto buon giorno e buona giornata e il proprietario del bar non ha neanche alzato la testa per salutarmi. Quando una grande crisi comincia in Italia e il mass media mette la colpa su i veri cristiani, cosa sarà la reazione di quest’uomo nei miei riguardi allora? “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato” (Gv 16,1-4).

Su un Website si trova il seguente in merito della massoneria e la corruzione sessuale:
2) "Il nostro compito è di promuovere l'ondata della pornografia e di presentarla con simpatia come il fine supremo della libertà artistica" (Parola d'ordine del Partito Comunista Italiano).
3) "Se vogliamo distruggere una nazione, dobbiamo prima distruggere la sua morale; poi ci cadrà in grembo come un frutto maturo. Svegliate l'interesse della gioventù per il sesso e sarà vostra" (Lenin).

La religione non teme il punto del stiletto; ma può svanire sotto la corruzione. Non ci stanchiamo della corruzione: possiamo usare un pretesto, come lo sport, l’igiene, le termale di villeggiatura. E’ necessario di corrompere, che i nostri ragazzi e le ragazze prendono l’abitudine di nudismo nel vestirsi. Per evitare troppo reazione, si dovrà progredire in un modo metodico: prima, svestirsi fino al gomito; poi fino al ginocchio; poi le braccia e le gambe scoperte totalmente; dopo, la parte superiore del petto, la spalle, ecc, ecc.” (International Review on Freemasonry, 1928).


Don Jo (Joseph) Dwight (Italia)







venerdì 1 marzo 2013

Giovanni 8,7


«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7).


In un clima di disorientamento, incertezza, sfiducia, ci sono tante spiegazioni e risposte erronee, ma la fede vissuta ci dà sicurezza: Qualcuno non ci perde di vista.

Gesù ci apre una strada nuova: la salvezza! Paolo, nella lettera ai filippesi (3,8-14), parla della sua personale "novità" in seguito all'incontro con Gesù Cristo. Il suo è un autentico "miracolo di Pasqua": lo fa uscire da se stesso, dal proprio orgoglio, acquista occhi e cuore nuovi, incontra il Risorto e - di conseguenza - vive una vita nuova.

La novità è presente anche nella pagina del Vangelo (Gv 8,1-11). L'adultera, nell'incontro con Gesù: "Donna - le dice - dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?".

"Nessuno, Signore", risponde la donna. "Neanche io ti condanno".

Stupita di tanto amore, si sente amata e perdonata: è ora una creatura nuova, capace a sua volta di amare e perdonare.

Ma questo dono del perdono viene accolto se si vive anche le parole che Gesù ha detto all’adultera alla fine: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”, come noi diciamo nell’Atto di Doloro: “Prometto con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasione prossime di peccato”! Perciò per le tantissime persone che SI SONO LASCIATI scivolare nel relativismo, “la difficoltà più profonda dei nostri tempi” (Papa Benedetto XVI), i peccati rimangono non perdonati!

Nella sua omelia alla Messa prima del conclave che l’ha presto eletto Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Ratzinger ha detto:
Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. SI VA COSTITUENDO UNA DITTATURA DEL RELATIVISMO che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.” (http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html).


Dall’altra parte sono quelli che giudicano presto gli altri mentre sono ciechi alla loro peccaminosità e ipocrisia. Oggettivamente dobbiamo giudicare il giusto dal non giusto secondo le azioni degli aggiri per non fare lo stesso e anche per pregare e offrire le nostre sacrifici per la loro conversione e poi forse offrire una parola di consiglio al momento giusto con amore e umiltà. Ma soggettivamente, ciò che succede nella testa di uno che fa ciò che sta facendo ciò che è male oggettivamente, i suoi motivi, le grazie ricevute da Dio, la sua storia personale, ecc., soltanto Dio sa questo, e perciò soltanto Dio può giudicare la colpevolezza di questa persona.

Dalla parte sinistra ci sono quelli che presuppongono che tutto va bene secondo la loro mentalità relativistica. “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno… Una cosa ho notato e cioè che LA MAGGIOR PARTE DELLE ANIME CHE CI SONO (NELL’INFERNO), SONO ANIME CHE NON CREDEVANO CHE CI FOSSE L’INFERNO” (Diario, 741).

Dalla parte a destra ci sono quelli che hanno il vizio di fare come gli scribi ed i farisei che hanno condotto una donna che avevano sorpreso in adulterio. GLI SCRIBI ED I FARISEI ERANO CIECHI ALLA LORO IPOCRISIA perfino al punto che Gesù ha detto: “Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20).
“Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? (Mt 7,3; Lc 6,41).

Mancano alle persone di tutti i due parti l’umiltà e la fiducia in Dio e quindi non stanno cercando di vedere la cose da punto di vista di Dio ma dal loro punto di vista come fosse loro a decidere ciò che è giusto o non giusto come il serpente ha tentato Adamo e Eva (Gen 3,4-5).

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Un’Esperienza di Vita:

Avevo 17 anni quando, aspettando un figlio, mi sono sposata: dopo dieci faticosi anni ho divorziato. Ho incontrato poi Marco, il mio attuale compagno. A questo fallimento, si aggiungeva la consapevolezza che finiva anche un rapporto chiaro con la Chiesa e forse con Dio: come divorziata non sarei più stata ben accetta in Chiesa.

Che cosa sarei stata se un prete non mi avesse detto: "Dio ti ama immensamente, anche così come sei?". Se non mi avesse tenuto in Chiesa nonostante la mia condizione? Ho sentito che nella parrocchia c'era un posto anche per me. E da qui è ripreso il mio cammino di fede. Il primo frutto è stato l'insorgere in me dell'esigenza della preghiera, della Messa e perfino del Rosario. La mia vita è cambiata e con la mia anche quella di Marco e di mio figlio Lorenzo.

Ho scoperto che anche tutto il dolore passato aveva un senso, era legato al grido di Gesù in croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". A quel grido ho legato la sofferenza di non poter ricevere l'Eucaristia, ho legato il rivedere il mio precedente matrimonio al tribunale ecclesiastico. Le esperienze compiute mi sono preziose nel Gruppo del Vangelo dove sono tanti quelli che stanno vivendo ora quello che io ho vissuto in precedenza.

(Cecilia, Modena)

sabato 2 febbraio 2013

1 Giovanni 3,14


«Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1 Gv 3,14).


Per passare dalla morte alla vita, è fondamentale di perdonare. E’ molto difficile a perdonare, anzi, di poter perdonare una grande offesa è impossibile senza chiedere l’aiuto di Dio.

Il re David è un uomo buono. Davanti a Saul, suo nemico, vede al di là del diritto e non si vendica.

Vive profondamente la “regola d’oro” dell’etica di tutte le religioni ispirate da Dio: “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.

Molti tra noi sono buoni, consapevoli della fragilità umana: viene naturale essere misericordiosi, comprensivi, perdonare in alcune circostanze della vita.

Ma Gesù vuole che la nostra bontà sia la stessa di Dio, ci chiede il massimo, l’impossibile per la fragile nostra situazione umana: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono…”.

La verità è nell’assurdo del Calvario quando, all’apice della più grande ingiustizia, risuona una voce morente: “Perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”.

Le guerre di tutti i tipi, i muri, le divisioni, i tribunali, l’ordine delle leggi sono istituzioni di un mondo che si crede reale e giusto, mentre invece è un insieme di assurdità.

Dammi Signore le calde lacrime del perdono, la pace della misericordia, la ricchezza del dare, la misura di Dio in ogni azione e così vivrò la tua stessa vita.

Il mondo continui a sognare, mentre tu ci dirai “beati” liberandoci da “guai a voi”.

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Un’Esperienza di Vita:

Per un motivo apparentemente banale era nata una grandissima incomprensione con Ahmed, un amico egiziano che ha subito una delicatissima operazione e che amo come un fratello.

Mi ero insolitamente molto arrabbiato.

Dovendo però io partire per un convegno, ci eravamo incontrati per rappacificarci e tutto sembrava risolto.

Rientrato dopo circa una settimana, inspiegabilmente non riuscivo a mettermi in contatto con lui. Finalmente una sera sono andato a casa sua (era la terza volta) e l’ho intercettato in una strada vicina.

Non riesco a perdonarti – mi dice subito -; io posso farlo con i miei nemici, perché in fondo non mi interessano, ma alle persone più care non riesco a perdonare”.

Gli dico: “Ti chiedo ancora scusa e perdono. È vero, non ci siamo capiti. Non mi meraviglio che tu non riesca a perdonarmi. È normale, nessun uomo può farlo. Solo Dio, Allah, può aiutarci. È un dono suo che ci concede se glielo chiediamo. Se tu sei d’accordo, lo facciamo insieme, pregando in silenzio”.

La strada era illuminata ed abbastanza frequentata perché vicina alla stazione. Silenziosamente ci siamo concentrati a lungo ed abbiamo pregato Dio Padre (che Ahmed chiama Allah).
Quando abbiamo finito lui mi ha guardato dicendomi: “Ti ho perdonato, è la prima volta che lo faccio subito”.

Certo – ho replicato -, questa volta è stato possibile perché lo abbiamo chiesto a Dio e lui lo concede ai suoi figli”.

Passeggiando, gli ho anche detto: “Vedi, tutti abbiamo bisogno di essere perdonati. Nel Vangelo c’è scritto come fare: se perdoni poco ti è perdonato poco, se perdoni molto ti è perdonato molto, se perdoniamo tutto ci è perdonato tutto. Questo è scritto nel Vangelo e vale per tutti gli uomini. Sicuramente ci sono cose altrettanto belle nel Corano: se puoi, cercale e fammele conoscere”.
Eravamo nella gioia piena.

Senti Ahmed – gli ho chiesto -, cosa ne dici se ringraziamo Allah?”.

Ci siamo di nuovo fermati e silenziosamente, intensamente, lo abbiamo ringraziato.

Francesco C., da “Città Nuova”