«Se amate quelli che vi
amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» (Lc
6,32).
“Amare i nemici”
(Lc 6,27)!. Come si fa? E solo, è tutto divino. Davvero qui si vede
la grandezza della "buona notizia ", una notizia
sconvolgente.
Nel libro di
Samuele, capitolo 26, ci racconta un
episodio dell'antico testamento dove si vede già lo stile di chi
perdona ed ama come fa Dio, che fa piovere sui buoni e sui cattivi
(Mt 5,45). Infatti il primo libro di Samuele descrive un generoso
perdono, quello di Davide che non uccide il Re Saul, il quale invece
aveva minacciato la sua vita. Davide ha uno sguardo più alto, vede
le cose da Dio, vede nel Re Saul il consacrato del Signore, per
questo ne rispetta la dignità e la vita.
Sì, quando un uomo
perdona dimostra il suo essere figlio di Dio, di un Padre che ama
tutti, che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. In questo modo
il cristiano realizza in sè "l'immagine dell'uomo celeste"
come nota san Paolo.
"Amare i nemici".
Quest'imperativo fa parte di una serie d'indicazioni con le quali
Luca mette in evidenza il nuovo modo di amare del discepolo di
Cristo, un amore senza limiti, un amore che supera la logica del dare
e ricevere per assumere lo stile di Dio. La generosità di Dio
infatti è assoluta e l'amore di Dio senza limiti. Un amore che
raggiunge anche il nemico.
Allora l'amore al nemico è
l'ultima frontiera di una misericordia illimitata. Amare così ci fa
simili a Dio, realizza pienamente l'immagine dell'uomo celeste.
Però dobbiamo anche
ricordare ciò che San Tommaso d’Aquino ha scritto: “Affermare
raramente, negare di rado, distinguere sempre.” Oggi in tanti paesi
nel mondo, i governi stanno spingendo avanti fortemente le leggi
contro “l’omofobia” nonostante che è contro la volontà della
maggioranza del popolo dei paesi. Questa parola “omofobia”
neanche esisteva pochi anni fa! Gesù ci ha insegnato di amare il
peccatore ma odiare il peccato. Ma i non credenti, o i “credenti”
che non praticano la loro fede, che sono nella grande maggioranza
oggi, non distinguano fra il peccatore e il peccato, e allora,
accusano i veri cristiani di odiare le persone con la tendenza di
omosessualità. Ben presto sarà una vera persecuzione all’aperto
contro tutti che esprimano apertamente, anche nelle chiese, che è un
peccato grave, l’atto di omosessualità, che fa male non soltanto
alla persona che fa questo atto immorale, ma anche alle famiglie ed a
tutta la società. Dimentichiamo così facilmente che cosa è
successo a Sodoma e Gomorra (Gen 19)!
Amore vero del
nemico vuol dire di voler il vero bene del nemico qui sulla terra ma
anche per tutta l’eternità. Tantissime persone oggi, anche tanti
responsabili religiosi e genitori, cercano di accontentare e di
soddisfare i desideri della carne delle persone senza distinguere se
è un peccato o no, se fa veramente bene alle persone o no. Questo è
amore false e distruttivo; questo è amore malconsigliato! Pochi
responsabili religiosi oggi hanno il coraggio del primo Papa, Pietro,
il giorno della nascita della chiesa, Pentecoste, di dire: “Voi
avete crocifisso Gesù” (Atti 4,10), “l’autore della vita”
(Atti 3,16), con i vostri peccati gravi, mortali!
Gesù ha detto agli
apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate
dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt
10,16). La Madonna ci chiede continuamente di pregare per i sacerdoti
e i vescovi e il papa, perché c’è una grande tentazione oggi, con
tanti persone plagiati dal mass media, le scuole e quasi tutte le
istituzione religiosi, quasi tutti sotto il controllo dalla forze del
male, di accettare questo “amore” falso e devastante. Perciò è
molto più facile, nel nome di “amore” (falso), di vivere la
parte più facile delle parole di Gesù, di essere “semplici come
le colombe”: “Occhio non vede, cuore non duole”! E’ difficile
di andare contro corrente oggi, di cercare la Verità con fatica, con
lo studio e con la preghiera assidua, per poter essere anche
“prudenti come i serpenti”!
Uno degli atti di
carità più importante soprattutto oggi e
che manca molto oggi, in particolare dai preti, dai vescovi e dai
genitori, è di far riconoscere, odiare e superare il peccato. Ma
tantissime responsabili hanno sacrificato l’eternità sull’altare
del rispetto umano proprio perché tantissimi “cristiani” non
vogliono riconoscere, odiare e superare i loro peccati che si sono
lasciati abituati!
E’ vero ciò che
noi sacerdoti “abbiamo studiato nella
teologia pastorale della necessità della “legge della gradualità”.
Ma mi risulta che i papi recenti, nel mondo di oggi, ci ammoniscono
di essere di guardia non tanto sulla mancanza di applicare la “LEGGE
DELLA GRADUALITÀ” ma del pericolo della “GRADUALITÀ DELLA
LEGGE”, che deve essere rifiutata in quanto riduce il valore della
legge ad un mero ideale.” (Visitate: “Una Lettera Aperta ad un
Sacerdote Confratello”;
http://testim-polo.blogspot.com/2009/05/open-letter.html).
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Un’Esperienza di Vita:
Nel mio Paese, per più di
un secolo, le duecento minoranze etniche hanno vissuto in pace e in
armonia.
Nello stesso periodo in
cui a New York crollavano le Torri, anche in Nigeria è scoppiata la
guerra civile a causa dei contrasti tra le etnie, tra cristiani e
musulmani, con saccheggi e stragi da entrambe le parti.
Il governo ha cercato di
riportare l'ordine ma, non riuscendovi, sia i cristiani che i
musulmani hanno formato truppe di sorveglianza. Anch'io ero in uno di
questi gruppi e combattevo dalla parte dei cristiani.
Una sera, durante un giro
di controllo, ci siamo imbattuti in un gruppo musulmano. Avevamo
accerchiato i nostri nemici. La maggioranza dei cristiani ha
suggerito di ucciderli. Ma io non potevo farlo: il Vangelo dice che
dobbiamo amare tutti, siano essi cristiani, musulmani o buddisti. E
amare anche i nemici.
Ho chiamato il
nostro capo-gruppo ed ho proposto a lui e agli altri di risparmiare
le loro vite, non perché non ci avessero fatto del
male, ma perché quelli dell'altra etnia sono, come noi, figli di
Dio. Queste parole hanno colpito tutti e le vite di quei ragazzi
musulmani sono state risparmiate.
Ero felice perché,
anche se eravamo nemici, la volontà di Dio per i suoi figli è che
ci amiamo come fratelli.
Sumnei, Nigeria
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