«Chi di voi è senza
peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7).
In un clima di
disorientamento, incertezza, sfiducia, ci sono tante
spiegazioni e risposte erronee, ma la fede vissuta ci dà sicurezza:
Qualcuno non ci perde di vista.
Gesù ci apre una
strada nuova: la salvezza! Paolo, nella lettera ai filippesi
(3,8-14), parla della sua personale "novità" in seguito
all'incontro con Gesù Cristo. Il suo è un autentico "miracolo
di Pasqua": lo fa uscire da se
stesso, dal proprio orgoglio, acquista occhi e cuore nuovi, incontra
il Risorto e - di conseguenza - vive una vita nuova.
La novità è
presente anche nella pagina del Vangelo (Gv
8,1-11). L'adultera, nell'incontro con Gesù: "Donna
- le dice - dove sono i tuoi accusatori?
Nessuno ti ha condannata?".
"Nessuno,
Signore", risponde la donna.
"Neanche io ti condanno".
Stupita di tanto
amore, si sente amata e perdonata: è ora una
creatura nuova, capace a sua volta di
amare e perdonare.
Ma questo dono del
perdono viene accolto se si vive anche le
parole che Gesù ha detto all’adultera alla fine: “Va’ e d’ora
in poi non peccare più”, come noi diciamo nell’Atto di Doloro:
“Prometto con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di
fuggire le occasione prossime di peccato”! Perciò per le
tantissime persone che SI SONO LASCIATI scivolare nel relativismo,
“la difficoltà più profonda dei nostri tempi” (Papa Benedetto
XVI), i peccati rimangono non perdonati!
Nella sua omelia alla
Messa prima del conclave che l’ha presto eletto Papa Benedetto XVI,
l’allora Cardinale Ratzinger ha detto:
“Quanti venti di
dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti
ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del
pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste
onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al
liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo
all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo
religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni
giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo
sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre
nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo
della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre
il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi
vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza
dei tempi odierni. SI VA COSTITUENDO UNA DITTATURA DEL RELATIVISMO
che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima
misura solo il proprio io e le sue voglie.”
(http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html).
Dall’altra parte
sono quelli che giudicano presto gli altri mentre sono ciechi alla
loro peccaminosità e ipocrisia. Oggettivamente dobbiamo giudicare il
giusto dal non giusto secondo le azioni degli aggiri per non fare lo
stesso e anche per pregare e offrire le nostre sacrifici per la loro
conversione e poi forse offrire una parola di consiglio al momento
giusto con amore e umiltà. Ma soggettivamente, ciò che succede
nella testa di uno che fa ciò che sta facendo ciò che è male
oggettivamente, i suoi motivi, le grazie ricevute da Dio, la sua
storia personale, ecc., soltanto Dio sa questo, e perciò soltanto
Dio può giudicare la colpevolezza di questa persona.
Dalla parte sinistra
ci sono quelli che presuppongono che tutto
va bene secondo la loro mentalità relativistica. “Oggi, sotto la
guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno… Una
cosa ho notato e cioè che LA MAGGIOR PARTE DELLE ANIME CHE CI SONO
(NELL’INFERNO), SONO ANIME CHE NON CREDEVANO CHE CI FOSSE
L’INFERNO” (Diario, 741).
Dalla parte a
destra ci sono quelli che hanno il vizio di fare come gli scribi ed i
farisei che hanno condotto una donna che avevano sorpreso in
adulterio. GLI SCRIBI ED I FARISEI ERANO CIECHI ALLA LORO IPOCRISIA
perfino al punto che Gesù ha detto: “Poiché io vi dico: se la
vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20).
“Perché osservi la
pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della
trave che hai nel tuo occhio? (Mt 7,3; Lc 6,41).
Mancano alle persone
di tutti i due parti l’umiltà e la
fiducia in Dio e quindi non stanno cercando di vedere la cose da
punto di vista di Dio ma dal loro punto di vista come fosse loro a
decidere ciò che è giusto o non giusto come il serpente ha tentato
Adamo e Eva (Gen 3,4-5).
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Un’Esperienza di Vita:
Avevo 17 anni quando,
aspettando un figlio, mi sono sposata: dopo dieci faticosi anni ho
divorziato. Ho incontrato poi Marco, il mio attuale compagno. A
questo fallimento, si aggiungeva la consapevolezza che finiva anche
un rapporto chiaro con la Chiesa e forse con Dio: come divorziata non
sarei più stata ben accetta in Chiesa.
Che cosa sarei stata se un
prete non mi avesse detto: "Dio ti ama immensamente, anche così
come sei?". Se non mi avesse tenuto in Chiesa nonostante la mia
condizione? Ho sentito che nella parrocchia c'era un posto anche per
me. E da qui è ripreso il mio cammino di fede. Il primo frutto è
stato l'insorgere in me dell'esigenza della preghiera, della Messa e
perfino del Rosario. La mia vita è cambiata e con la mia anche
quella di Marco e di mio figlio Lorenzo.
Ho scoperto che
anche tutto il dolore passato aveva un senso, era legato al grido di
Gesù in croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
A quel grido ho legato la sofferenza di non poter ricevere
l'Eucaristia, ho legato il rivedere il mio
precedente matrimonio al tribunale ecclesiastico. Le esperienze
compiute mi sono preziose nel Gruppo del Vangelo dove sono tanti
quelli che stanno vivendo ora quello che io ho vissuto in precedenza.
(Cecilia, Modena)