"Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!" (Lc 3,4)
(http://www.focolare.org/it/news/2011/12/01/dicembre-2011/)
Il profeta Isaia, con la sua esortazione, ci fa capire che la strada e i sentieri che conducono alla vita sono del Signore, quindi sono tracciati da sempre. Noi dobbiamo solo individuarli, liberarli dalle buche, dagli ostacoli e “raddrizzarli” cioè togliere tutti i giri inutili che ritardano il nostro incontro con il Signore.
Abbiamo già ricordato la penitenza e la preghiera per poter vivere meglio l’Avvento. Ora possiamo dare più attenzione alla Parola di Dio che ci invita a svegliarci dal sonno e camminare, che è come dire viverla quotidianamente. La Parola deve conquistare la nostra mente e il nostro agire riportandoci al comandamento dell’amore reciproco.
Mentre siamo come avvolti dallo spirito del Natale egoistico e consumistico che ci inquieta nella corsa all’avere e al godere, nell’illusione di trovare così romanticamente la fraternità e la pace, cerchiamo di trasformare l’incontro e il dono in un gesto d’amore, sul cammino retto e piano della volontà di Dio di ogni momento presente.
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Un’Esperienza di Vita:
Venerdì scorso dovevo andare a Colombare per un incontro. Andavo volentieri, anche se senza aspettative o entusiasmi particolari. Verso sera mi telefona don Bruno della Caritas per dirmi che la polizia sta portando due ragazze di strada, per una accoglienza notturna. Don Bruno non chiede, ma informa…! Gli dico che andando a Colombare mi sarei fermata. Dopo qualche minuto gli telefono e gli dico: “È meglio che prenda una borsa per la notte?”.
Il tempo di arrivare e di preparare due camere e arrivano due poliziotti con le due ragazze. Qualcuno spezza dentro di me qualsiasi barriera di repulsione e di fastidio: divento accogliente, tenera, mi prendo cura di queste creature con sollecitudine materna. Una mi dice che è incinta… le accarezzo il ventre, le accompagno in camera, appoggiano le loro cose e mi dicono che hanno molta fame. Preparo la miglior cena possibile, le servo rassicurandole con sorrisi e carezze, faccio la camomilla, le porto a letto, mostro la mia camera di fronte e dico che possono chiudere a chiave la loro stanza. Due giri di chiave e silenzio… Dopo dodici ore le vado a svegliare con il caffè. Questi i fatti!
Il mio sentire: una privilegiata cui il Signore ha fatto un dono tutto speciale; sono stupita e contenta.
Passo una notte insonne, ma serena a buona. Mi sento custode di quel sonno finalmente tranquillo e tanto desiderato, aldilà del corridoio. Ho tutto il tempo per ringraziare il Signore e dirmi: “È così che torni, è così che ti sveli; due prostitute e un piccolo figlio di nessuno… è così che ti fai riconoscere riempiendomi di gioia!
Roberta, Verona (Italia)
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