Accogliere il prossimo è certamente fondamentale per vivere il comandamento di Dio, “Amare il prossimo come se stesso”. Ma dobbiamo anche ricordare che la prudenza deve governare tutte le altre virtù, anche e anzitutto, la carità. Si vede molto chiaro nei Vangeli che Gesù ha accolto le persone, ma anche Gesù Che è l’Amore incarnato, accoglieva le persone per il loro vero bene e per il bene della comunità e per il bene di tutta la Chiesa. All’inizio dei Vangeli, all’inizio della vita pubblica di Gesù, ha fatto tanti miracoli e guarigioni. Ma pian piano Gesù offriva le persone ed i suoi seguaci la spiegazione di come bisogna vivere per seguirLo fino in fondo per liberamente scegliere la strada che porta alla vera felicità che dura, la vera pace e alla fine, la vita eterna. Tanti erano molto contenti di essere guariti o di ricevere un pranzo offerto con la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ma quando Gesù spiegava ciò che ci voleva per superare i nostri egoismi e di veramente amare Dio ed il prossimo, cioè, di seguire Gesù a Gerusalemme, al Calvario, alla crocifissione, pochi sono rimasti fedeli a Gesù.
San Tommaso d’Aquino ha scritto: Affermare raramente, negare di rado, distinguere sempre. Ma sempre più nel nostro mondo di oggi siamo scoraggiati a distinguere fra il bene ed il male, con l’aiuto della virtù sopranaturale della prudenza, specie in riguardo delle cose essenziali, che risulta in tanto male e danno. Nel nostro mondo secolarizzato di oggi, che è entrato molto nella Chiesa, i valori del vero cristianesimo, che ci dirige verso Dio e la nostra vera casa in cielo, contano poco o niente o perfino sono messi in ridicolo.
Bisogna accogliere il prossimo in un modo che offre al prossimo il suo vero bene. Quante persone oggi offrono il bene al prossimo soltanto per questa vita corta senza nessuna preoccupazione se quel bene, o accoglienza, aiuta la persona di arrivare alla felicità che dura per l’eternità, e perciò per aiutare la persona di accogliere la Verità di Dio che fa veramente liberi (Gv 8,32), e non soltanto la felicità oggi ma non domani o dopo la morte? La legge fondamentale di Dio nelle sfere naturali e sopranaturali, che si vede nella vita di Gesù, è che prima c’è il sacrificio, la passione, la crocifissione, e poi i veri frutti, la risurrezione. Oggi, tantissimi credono, perfino e soprattutto nella Chiesa, che si può saltare Calvario e paradiso è automatico; per tantissime persone oggi, non c’è più il peccato che Gesù ci dice fa tanto male, anzi, il male per cui Gesù è venuto per offrirci la possibilità di liberarci da questo male fondamentale. Come ci dicevano i nostri anziani, no croce no corona, no dolore no guadagno! Ma oggi quasi tutti credono che si può avere la corona e il guadagno senza la croce e senza il dolore con Gesù. Nel nostro mondo di oggi ci vuole sempre più un bel fegato di dire la Verità che ci fa’ veramente liberi (Gv 8,32), invece soltanto ciò che le persone vogliono sentire che non aiutano loro ad arrivare al loro vero bene!
Oggi ci sono tanti preti e vescovi che offrono la compassione malconsigliata, la misericordia falsa, invece “SOLO CIÒ CHE È VERO PUÒ ULTIMAMENTE ESSERE ANCHE PASTORALE”. Visitate: “Chi Decide La Verità?”
Amore vero vuol dire anche di rispettare il nostro libero arbitrio: ognuno è libero di cercare la Verità scomoda, legata alla croce, che ci porta alla vera libertà, o di ingannarsi volutamente scansando la Verità di Dio, i 10 Comandamenti spiegato nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e di convincersi che domani non importa! Come San Agostino ha scritto: “Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te.”
Qualche volta, dipende dalla situazione, la prudenza ci dice di fare come hanno fatto i santi in certe situazioni:
“Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi…” (2Thess 3,6).
NEL DIARIO DI SANTA FAUSTINA si trova:
“Non parlerò con una certa persona, poiché so che a Gesù questo non piace ed essa non ricava da ciò alcun profitto” (Diario, 277).
In riguardo al Voto di Castità: “Il primo è la custodia dei sensi, poi la fuga delle occasioni, evitare l'ozio, allontanare sollecitamente le tentazioni, evitare qualsiasi amicizia specialmente quelle particolari, coltivare lo spirito di mortificazione, rivelare le tentazioni al confessore” (Diario, 93).
“Evitare le consorelle che mormorano e, se non è possibile evitarle, per lo meno tacere in presenza di una mormoratrice, facendo comprendere quanto è penoso per noi ascoltare cose simili” (226).
“C'era in sanatorio una persona che cercava continuamente di abbordarmi con parole lusinghiere. … Quando uscii dalla cappella, vidi quelle persone già pronte ed in attesa del mio passaggio e quella volta ebbi paura. All'improvviso Gesù si mise accanto a me e disse: «Non temere, Io vengo con Te». Allora sentii nell'anima una tale forza che non so descrivere e quando fui a due passi da loro, dissi ad alta voce in modo deciso: «Sia lodato Gesù Cristo». Ed essi, scostandosi per lasciar libero il passaggio, risposero: «Sempre sia lodato!». Come colpiti da un fulmine abbassarono il capo, non osando neppure guardarmi. Dopo che ero passata si udirono alcune parole maliziose, ma da quel momento quella persona quando mi vedeva fuggiva, per non incontrarsi con me e io, grazie al Signore, fui lasciata in pace...” (Diario, 1704).
Come ho scritto per il Cibo Spirituale 1407:
PIÙ CHE MAI IL MONDO HA BISOGNO DI QUESTI TESORI SPIRITUALI DI GRAZIA E DI GUIDA! Questo è simile come tante famiglie in Italia mettono la prima priorità sul stare insieme a tavola, alla cena, mentre si evita come tabù i disaccordi a causa della differenza nelle credenze nella religione cattolica o della morale cattolica. In USA, questo sarebbe analogo di mettere da parte la Verità per essere “corretto politicamente” (“politically correct”)! Per la grande maggioranza dei cattolici oggi, la prima priorità è rispetto umano, e ciò che Dio desidera per il nostro vero bene non è neanche preso in considerazione.
L’ANGOSCIA DEL PROFETA: “Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno, ognuno si fa beffe di me” (Ger 20,7).
NELLA MIA OMELIA DEL 1° NOVEMBRE 2013 AL CIMITERO della parrocchia ho dato i cicchetti abbastanza forte quando ho visto che a quella Messa al cimitero della parrocchia, c’erano più di cento persone, ma alla Messa domenicale, c’erano meno di 20. Ho detto a loro: “Per la mamma o la nonna qui a cimitero, più di 100 persone; per Gesù Che vi ha dato la mamma e la nonna e tutto il resto, meno di 20 persone alla Messa domenicale; mi pare che è diventato una religione dei morti invece dei vivi. Senza la gratitudine, non c’è la salvezza!”…
Leggete tutto a:
“Attirare la Gente, a Chi?”
Non bisogna accogliere anche quelli che soffrono tanto a causa della diffusione della pornografia? Per leggere il mio combattimento contro la PORNOGRAFIA e l’indifferenza e il relativismo dei proprietari di un bar qui in Italia, visitate:
http://parolafavita.blogspot.it/2013/04/giacomo-59.html .
ACCOGLIAMO IL FRATELLO CON IL MOTIVO DEL SUO VERO BENE, che qualche volta non sarà come vuole il fratello e saremo perfino trattati molto male (come Gesù ed i profeti) per il nostro vero amore ed accoglienza del fratello!
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Un’Esperienza di Vita:
Lavoro in carcere, dove non mancano le difficoltà. Una sera, mentre stavo per andarmene avendo concluso il mio turno, sento delle grida. Continuo a camminare perché ero stanco e volevo arrivare subito a casa, ma le urla continuano. Penso: "Non serve tornare, ci penseranno quelli che mi hanno dato il cambio…". Ma poi giro i tacchi; potrebbe essere qualcosa di grave. Infatti alcuni poliziotti stavano picchiando un uomo perché confes-sasse qualcosa che lui non sapeva.
Appena sono entrato hanno smesso, perché sanno che io non sono d'accordo con questi metodi. Mi sono fermato a parlare con loro e l'atmosfera è divenuta più tranquilla.
Ho accompagnato l'uomo nella sua cella,l'ho lavato e gli ho curato le ferite. Alla fine si è scoperto che non c'entrava con quella storia e non aveva commesso nessun reato. È stato messo in libertà. Mentre usciva dal carcere mi ha abbracciato piangendo. Siamo rimasti molto amici.
A., Brasile
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Don Jo (Joseph) Dwight
P.s.
Un supplemento a questo “Cibo Spirituale 1409”:
(Per vedere la prima parte, visitate:
Parte
Seconda: La Sua Dottrina e Insegnamento
Capitolo
Primo: “L’Amore Infinito e Inenarrabile di Dio”
(Pp.
53-60)
Dio
è amore (1Gv 4,8).
E’ la verità più «vera» - nel senso di ovvia -, più bella e
più confortante. E’ la base di tutto l'edificio spirituale e di
fede dei Cristiani, ma anche di tutta l'umanità. Dio è amore! Dio è
buono: «Solo Dio è buono» (Lc 18,19).
Ha creato tutto per amore e con amore, e «non disprezza nulla di ciò
che ha creato» (Sap 11,
24). E la prima enciclica del Santo Padre Benedetto XVI: “Deus
charitas est”.
Una vera
visione di Dio, - specialmente dopo Gesù Cristo, Verbo incarnato,
vero Dio e vero Uomo, nato bambino e morto povero per noi,
perdonandoci e scusandoci sulla Croce - non può dubitare del fatto
che tutta la storia dell'umanità, e di ogni uomo, va letta in
quest'ottica: ho in cielo un Padre buono, che è l'Amore in Se
stesso, che è mio babbo, che veglia su di me, che trasforma tutto in
bene se credo in Lui, alla Sua Parola, se ricorro a Lui, se pongo la
mia fiducia in Lui, se Lo invito a fare ciò.
Senza
questa visione di bambini che confidano in Dio, non si può entrare
in cielo: «Se non ridiventerete come bambini non entrerete nel Regno
dei cieli» (Mt 18,
3). Ora questo Regno è l'Amore in se stesso, è la luce in se
stessa, è la pace in se stessa.
E’
questo che ci vuol far capire la vita di santa Veronica. Lei,
affidandosi, conoscendo bene il suo nulla, anzi il nulla di ogni
creatura davanti al "tutto" del Creatore, è stata portata
a «nuotare in Dio», a «fondersi in Dio» nell'Amore fino a
concludere la sua beata esistenza con queste parole, già citate:
«L'amore si è fatto trovare! Questo è
il segreto del mio patire! Ditelo a tutte, ditelo a tutte! ».
Sì,
solo per amore si accetta e si capisce il patire.
Perché?
Perché
Dio è Santo; e la Vita Eterna è l'unione con Dio, con «Il Santo»,
con La Santità stessa. Non potremo unirci a Lui, se siamo ancora
macchiati. Ecco il motivo del dolore, del patire, che ci purifica per
unirsi a Dio, per fondersi e bearsi in Lui per tutta l'Eternità; ma
anche già da adesso, a misura della nostra accettazione e
sopportazione di questa purificazione, dovuta a causa del peccato.
Con questa
ottica, umile e verace, si capisce che la sentenza di Dio sul primo
uomo, dopo il peccato originale, non va vista come punizione, bensì
come rimedio: è la via indispensabile per la purificazione degli
effetti disastrosi del peccato.
Ecco anche
il motivo del purgatorio, verso il quale - al dire della Santa -
corrono le anime contente, malgrado le pene, per purificarsi e poter
godere il più presto dell'abbraccio eterno di un Dio così bello,
così buono, così puro, così Santo. Le anime del purgatorio si
comportano così perché hanno visto, nel giudizio particolare subito
dopo la morte, la verità di questo Dio buono, misericordioso, offeso
dai peccati, e hanno visto palesemente l'orrore del peccato che
macchia l'anima rendendola incapace di avvicinare «Il Santo».
E’
questo che l'esperienza di Santa Veronica ci svela meglio. Beati noi
se, pur non vedendo, crederemo a ciò: «Beati quelli che crederanno
pur senza aver visto» (Gv 20,29).
Ecco anche
il motivo dello stesso inferno, che non è punizione, ma è una
conseguenza inevitabile per coloro che rifiutano questo amore, che
non credono, che non accettano di lasciarsi purificare, che non
vogliono l'«ordine» stabilito da Dio per la Vita Eterna, tramite i
Suoi Comandamenti e le Sue Leggi che sono leggi di vita, d'amore, e
trascurandole si perde la vita perché si rifiuta di accettare le
regole del Paradiso.
Dio,
nel suo infinito amore, non obbliga l'uomo che ha creato libero
(perché a sua immagine e somiglianza), ma nemmeno lo distrugge,
perché la vita è un dono, e «i Doni di Dio sono irrevocabili» (Rm
11, 29), ma insegnandogli la Verità, invita l'uomo a scegliere la
vita: «Ti ho messo davanti la vita e la morte; scegliti la vita»
(Dt 30,
19); e in questa verità, gli presenta anche l'inferno, non per
minacciarlo, ma per fargli intendere il risultato delle sue scelte,
della sua disobbedienza, per aiutarlo a rifiutare il peccato, per
spingerlo a lottare, per il suo bene... dunque glielo presenta «per
amore, per misericordia, per giustizia», affinché l'uomo non possa
un giorno lamentarsi di Dio accusandolo di non avergli fatto sapere
ciò, di averlo lasciato nel buio, senza la luce totale della verità.
Ecco il
ruolo importantissimo di santa Veronica! Ecco il suo contributo al
«trionfo dell'amore». Sì, Dio è Amore; sì, il Paradiso è
stupendo; ma, nello stesso tempo c'è anche l'inferno per chi non
crede al Paradiso, per chi non lo pensa e non lo desidera e non vuole
sacrificare certe vanità per meritarselo, per chi rifiuta questo
Amore, che è anche ordine, obbedienza: «Chi mi ama osserva i miei
comandamenti» (Gv 14,23). «Chi non mi ama, non osserva le mie
parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi
ha mandato» (Gv 14,24).
Ma il
demonio e la nostra natura umana superba vogliono farci vedere le
cose al rovescio.
E perché?
Il
demonio, perché è il «padre delle menzogne» (Gv
8,44), ci odia e vuole farci credere
che Dio non è Amore se crea l'inferno, o, peggio ancora, che Dio è
falso - come con Eva (Gen 3,5) - e che l'inferno non esiste.
La nostra
natura umana, sia perché è superba, autosufficiente e
indisciplinata e cerca una falsa libertà che non vuole sottomettersi
alle leggi di Dio, sia perché è ferita e debole e non vuole
tralasciare le sue delizie, i cosiddetti «piaceri», gioie...
Sì,
l'uomo è creato per la felicità, e perciò la cerca spontaneamente;
ma leggendo gli Scritti della Santa, e
meravigliandosi di questo Dio regnante, dominante, operante, oceano
infinito d'amore, di luce, di pace... inizieremo a vedere molto più
meschine e effimere le nostre "gioie", i nostri "piaceri",
a vedere anzi la loro pericolosità, il veleno nascosto come nel
frutto del giardino dell'Eden che era «bello e piacevole» (Gn
2,6), e convincersi della vanità di
questo mondo passeggero; e allora
inizieremo a dire
con san Francesco: «Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena
mi è diletto».
Quanto
sono vere queste parole! Come le ha vissute bene la Santa!
Anche
lei, per eccesso di luce e di amore e di conoscenza di Dio, piangeva
come san Francesco perché «l'Amore non è amato». Avrebbe voluto
correre per il mondo intero a gridare che Dio è Amore, un Dio
Creatore, Redentore, che, per Sua natura, non può che dare, amare,
fino alla pazzia, alla follia della croce che Veronica ha toccato e
descritto; e a gridare anche la penitenza e la conversione, per poter
gustare ciò: «Convertitevi, il Regno dei cieli è vicino!»
(Mt3,2).
Facciamo
arrivare questo grido accorato riportando qualche brano di questo
«poema d'amore» quasi unico che è sparso nel Diario di questa
«eletta tra gli eletti»:
-
«... Più l'abisso del mio nulla è profondo, più mi riposo nella
considerazione degli attributi divini. Mi fermo su quello della
misericordia e, come in uno specchio, vedo
di quale amore Dio mi ha amata e mi ama ancora. Io spero in questo
amore...».
- «Ho
sperimentato l'amore. La mia anima è immersa nell'immensità di
questo mare; l'amore trasforma la mia anima nell'amore stesso. La mia
anima è in Dio. Dio è nella mia anima. Dio parla con la voce del
silenzio, l'anima risponde, ma la sua risposta è l'eco della voce di
Dio, che in lei ama se stesso. La mia anima, con l'amore, sembra che
conosca Dio in Dio stesso e condivida la sua felicità eterna. Dio la
tira a Sé con trasporti, slanci, rapimenti, frutti dell'amore, e la
conoscenza nuova di Dio produce una nuova trasformazione in Dio».
- «O
padre della mia vita, sposo dell'anima mia, cuore del mio cuore,
tornate nel mio cuore! ... stelle che splendete davanti a Lui,
ditegli che io languisco d'amore...».
Dio godeva
degli ardori della Santa, ritornava, la consolava: «Sono l'Amore in
persona; Io t'amo e ti porto nel mio Cuore. Il mio Cuore è la vita
del tuo. Tu sei la Sposa del mio Cuore!». Le chiede: «Questo cuore
che vedo nel tuo petto, di chi è?». «Vostro o Signore». «Allora
me lo prendo». E lo fa riporre sul Cuore di Maria che è presente;
poi lo ripone sul proprio petto. «Ed ora qual è il mio cuore?»,
domanda la Santa. E Gesù risponde: «Il tuo cuore sono io... ti ho
trasformata in Me; tu sei divenuta Me stesso».
Quante
volte arrivava all'unione: prima parla di «unione strettissima»
nella quale l'anima si sente attratta come il ferro dalla calamita,
«legata» dolcemente, «ingolfata» nel mare dell'amore di Dio; più
tardi aggiungerà l'esperienza di sentirsi «uniformata»,
"trasformata» in Dio; e nell'ultima tappa, quando riceve in
ogni comunione la «grazia delle tre grazie», raggiungerà il
culmine dei saggi dell'unione dei beati nel cielo: è il momento
delle «comunicazioni intime» che passano tra Dio e l'anima, quindi
ineffabili. «Non si possono
descrivere», afferma, ma riesce a
riferire al confessore gli effetti che lasciano in tutta la persona.
«...
in un istante mi è parso di sentire infondere il Divino Amore in
tutta l'anima mia; ed ella farsi una stessa cosa col Divino Amore...
non sapevo se ero in cielo o in terra; avevo cognizione di me stessa,
parevami di essere il più vile vermicciolo della terra... vedevo che
sono nulla. A questo mi si aggiungeva la vista di tante
ingratitudini... un Dio tanto benefico,
tanto grande, tanto misericordioso essere stato tanto offeso da
una ingrata creatura!... ero assorta in
Dio... vedevo i Divini attributi di Dio... Iddio era mia memoria,
Iddio era mio intelletto, Iddio era mia volontà; tutto Iddio
nell'anima, e tutta l'anima in Dio. Di quello che ho provato in
questi momenti, non se ne può parlare... l'anima mia restava via più
distaccata da tutto quello che non è Dio parevami di stare come t...
in una fornace... »
«L'umanità
patisce tanto in queste operazioni del Divino Amore... voleva
lagnarsi... ma stava cheta, e lo spirito gridava forte: O Amore! O
Amore! O Amore, tanto poco conosciuto dalle creature e da me, in
particolare! No, No; non sarà più così, perché voglio voi solo e
con voi resto...
-
«...l'anima ha sperimentato in sé, in quel punto, certe operazioni
del Divino Amore... parevami di notare in Dio quella sua immensità
di amore infinito che si manifestava a quest'anima; ed essa, per via
di quelle comunicazioni intime fra Dio e l'anima, restava tutta unita
al sommo bene... era tutta, in tutto, trasformata nel suo Dio di
amore... e l'amore medesimo operava in lei, e per lei tutta immersa
in Dio che si comunicava tutto ad essa... queste cose non si possono
mai spiegare con parole... solo dico che l'anima, in quel punto,
resta così assorta in Dio, che, tornata ai propri sentimenti, le
pare ogni cosa novità! Oh! Che pena le
è il vedersi così carcerata in questo corpo mortale! Resta una
nausea di tutte le cose terrene...
- «
...mentre l'anima stava tutta nuotando nel mare immenso della
Divinità, in quel istante, si è rappresentato avanti l'anima mia
Gesù, in quel modo che uscì alla luce per redimere noi peccatori...
in quel punto vi fu un non so che in questa anima; parvemi mi mutasse
in un'altra; e mi pare che, in quello stesso punto, Iddio mi ponesse
in Sé e riempisse questo cuore e questa anima tutta di amore.
Sentivo certi impulsi che levavano me da me, e nel tempo medesimo mi
sentivo essere tutta unita al Sommo Bene...».
Caro
lettore, il Diario è arcipieno di questo linguaggio w sublime.
Raggiungere un bene così grande merita un po' di penitenza, di
astinenza, di distacco... insomma di purificazione.
E se non
sarà possibile imitare la Santa in tante cose, voglia Dio che questi
Scritti ci aiutino ad umiliarci profondamente, accorgendosi a quali
sublimi livelli Dio chiama e richiama l'uomo, creato a Sua immagine e
somiglianza, e come invece siamo ancora strisciando nel fango dei
falsi piaceri che ci offre il mondo e il principe di questo mondo. E
questa umiltà sarà il primo passo... e Dio, nel suo amore, ci
aiuterà a fare altri...
«Non più
sensi,
non più
umanità
Dio solo:
questo voglio amare.
Venite
tutte, o creature insensate, venite,
amate il
sommo bene:
venite,
peccatori,
convertitevi
a Dio.
Esso è
somma carità,
è
infinita la sua misericordia:
lasciate
di offenderlo,
tornate a
Dio.
Esso è
tutto amore;
vi darà
il medesimo suo amore,
acciò
l'amiate.
Vedete!
Come fa
con me,
farà
anche con voi;
venite
tutti».