«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).
L'osservanza della Parola,
come risposta all'Amore, determina la presenza di Gesù in coloro che
lo amano e in lui confidano.
E in questa realtà
vissuta, Gesù si accosta alla gente e la gente riscopre la gioia
dell'incontro con lui.
La Parola va sì
conosciuta, annunciata, ma - perché parola di Dio che ha l'odore
della terra e il sapore del cielo - va prima di tutto e soprattutto
accolta, amata e vissuta. Allora darà il suoi frutti!
Per questo i
credenti non hanno alcun motivo di
inquietudine e turbamento. I nostri dolori, le impreviste disgrazie,
le assurde malattie ci possono ricordare il grido di Gesù: "Dio
mio, perché mi hai abbandonato?".
“Proviamo, dunque,
a riconoscere Gesù in tutte le angustie, le strettoie della vita, in
tutte le oscurità, le tragedie personali e altrui, le sofferenze
dell'umanità che ci circonda. Sono lui, perché egli le ha fatte
sue. Basterà dirgli con fede: "Sei tu, Signore, l'unico mio
bene", basterà fare qualcosa di concreto per alleviare le "sue"
sofferenze nei poveri e negli infelici, per andare al di là della
porta, e trovare al di là una gioia mai provata, una nuova pienezza
di vita” (Chiara Lubich).
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Un’Esperienza di Vita:
Siamo un gruppo di ragazzi
di una piccola città del nord Italia, e da un po' di tempo abbiamo
deciso di impegnarci insieme a vivere il comandamento nuovo di Gesù,
cioè amarci a vicenda come Lui ci ha amato, per costruire fra di noi
un pezzetto di mondo unito. Così, ogni due settimane, ci ritroviamo
a casa mia per passare un po' di tempo assieme e per raccontarci come
ognuno di noi ha cercato in quei giorni di amare e di vivere le
parole del Vangelo.
Il comunicarci le
esperienze è molto importante per noi: ci aiuta, infatti, a
rafforzare l'unità tra di noi e a superare qualche momento
difficile. Cercando di mettere in pratica le parole del Vangelo,
scopriamo quanto è bello amare chiunque ci passa accanto: la persona
anziana a cui cedi il posto in pullman; l'immigrato che incontri al
semaforo; il compagno di scuola che non riesce a risolvere un
problema o sta passando un momento difficile; l'amico che ti sembra
troppo prepotente; i fratelli e le sorelle con cui dividi la camera;
e, sembra strano, ma anche i professori che ti stanno antipatici.
Certo per queste
esperienze non verremo citati nei libri di storia. Però la gioia
dell'unità che si crea fra di noi e che vogliamo portare a tanti
altri ragazzi, ricambia 100 volte tutta la fatica che a volte
possiamo incontrare nel costruirla.
Mirco, Alex, Mario e
Vincenzo